Partire dal perché: 3 cose che ho imparato leggendo il libro
Lo sai perché hai scelto la tua professione?
Perché con alcune persone instauri subito un feeling e altre proprio non ti vanno giù?
O perché a volte non sei proprio convinto dei consigli che ti danno?
A queste tre domande è possibile trovare una risposta grazie al libro “Partire dal perché” (titolo originale “Start with why”), un libro di Simon Sinek del 2009, nel quale l’autore spiega i motivi del successo (o del fallimento) di alcune organizzazioni e di come riescono ad essere più innovative, influenti e fidelizzando i propri clienti.
Sicuramente ti starai chiedendo cosa accomuna un libro di marketing per aziende in un blog che tratta di migliorare la propria vita… ebbene, le teorie che riporta sono universali, si possono quindi applicare anche alla vita di tutti i giorni!
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Il punto di partenza sbagliato: definire noi stessi con il COSA invece del PERCHÉ
Quando devi presentarti ad una nuova persona, tendi ad identificarti con quello che fai, nel mio caso sono un coordinatore di eventi, papà che si rilassa cucinando e che ho un blog.
Alcune volte aggiungi dettagli sul come, ovvero delle particolarità, per esempio che nel mio blog mi piace dare consigli utili e che quando posso scegliere non realizzo ricette di pasticceria.
Quasi mai, invece, comunichiamo il nostro PERCHÉ: Cosa mi ha spinto a coordinare eventi? Perché mi piace cucinare? Perché ho iniziato a tenere un blog?
Secondo Sinek, ogni organizzazione (ma anche ogni persona), opera su tre livelli: PERCHÉ, COME e COSA.
Il PERCHÉ è il centro, nel anello intermedio vi è il COME e, infine, più esternamente c’è il COSA, secondo lo schema seguente:
L’ errore più comune è concentrarsi sui livelli più esterni, portando le aziende (ma anche le persone) a dover utilizzare delle manipolazioni per poter vendere o ottenere qualcosa. Purtroppo le manipolazioni a livello di prezzo, promozioni, paure, aspirazioni, pressioni del gruppo o novità, funzionano bene, ma solo nel breve periodo (vedi quando ci sono gli sconti) e coinvolgono solo la parte razionale (neocorteccia).
Ma il processo decisionale non ha solo a che fare con la nostra parte razionale, anzi, tutte le nostre scelte avvengono per lo più attraverso il sistema limbico, ovvero per via emozionale (in italiano usiamo espressioni come di pancia, per istinto, di pelle). Avere in chiaro il PERCHÉ ci aiuta a comprendere queste tipo di scelte, adottando un approccio che l’ autore definisce basato sull’ ispirazione, ovvero una missione e dei valori.
È quindi necessario partire dal centro, ovvero dal PERCHÉ: la gente, infatti, non compra QUELLO che fai, ma PERCHÉ lo fai. Il COSA è unicamente una dimostrazione del perché tu fai qualcosa.
È una questione di feeling: ma succede solo quando qualcuno che condivide il tuo PERCHÉ
Il nostro istinto ci porta a desiderare di fare parte di qualcosa. Desideriamo appartenere ad un gruppo, un’azienda, un’organizzazione. Questo senso di appartenenza ci porta a creare delle vere e proprie culture, ovvero gruppi di persone che condividono gli stessi valori e credenze.
Quando condividiamo questi valori creiamo fiducia.
E quando creiamo fiducia, instauriamo delle relazioni.
E le relazioni creano appartenenza.
Sembra molto semplice, vero?
In realtà non è proprio così, perché nella vita reale non siamo amici di tutti.
Ci sono delle persone che non ci piacciono, altre che non ci dicono nulla, altre ancora con cui abbiamo una forte sintonia.
Come mai?
Accade questo in quanto entriamo in sintonia con persone che vedono il mondo in cui lo vediamo noi, che condividono le nostre credenze e il nostro modo di vivere il mondo.
Non conta l’aspetto, l’età o lo stato di salute: per quanto una persona sia sulla carta perfetta, se non condividiamo i suoi valori e le sue credenze ecco che non ci sarà alcun legame. Se ci pensiamo bene, questo accade anche a livello lavorativo, durante i colloquio d’assunzione: si sta cercando di comprendere se il candidato condivide la missione ed il credo aziendale (o almeno questo è quello che dovrebbe essere).
Conoscere il tuo PERCHÉ è una bussola per orientarti nella vita / il test del sedano
Quando abbiamo un problema e cerchiamo una soluzione o quando desideriamo migliorare il nostro livello di vita (ovvero i COME ed i COSA) ecco che ci guardiamo intorno in cerca di suggerimenti (e sei arrivato nel mio blog). Il problema maggiore è che non sempre quello che va bene per qualcuno non necessariamente va bene per qualcun altro.
All’interno del suo libro, Sinek illustra questo concetto con un semplice esempio: il test del sedano.
Immagina che tu sia ad una festa e che un tuo amico si avvicini e ti dica: “Sai di cosa hai bisogno? Di una tavoletta di cioccolata. Se non mangi cioccolata, sei fuori moda”.
Poi incontri un altro conoscente che ti suggerisce di comprare latte di soia, perché da quando beve latte di soia si sente molto più forte”.
Poi un collega ti suggerisce di mangiare solo biscotti, perché ti danno la giusta energia senza appesantirti.
Infine un altro amico ti suggerisce di comprare solo sedano, perché si è scoperto che è un superfood e dà un sacco di benefici.
Il giorno dopo ti rechi al supermercato e prendi una tavoletta di cioccolata, latte di soia, biscotti e un sedano.
Sei li in mezzo al supermercato e nel tuo cestino ci sono questi 4 prodotti e ti chiedi se devi davvero prenderli, se devi usarne solo uno o tutti quanti, separati o insieme, crudi o cotti. Ti dici che stai per spendere dei soldi per qualcosa che non sai nemmeno se funzionerà e sei pieno di dubbi.
Poniamo invece il caso che tu conosca il tuo PERCHÉ prima di andare al supermercato: tu hai deciso di mangiare solo cose sane e naturali.
Non sarebbe allora più facile scegliere?
Dei quattro prodotti consigliati, compreresti solo il latte di soia ed il sedano.
Questo non significa che gli altri due siano pessimi consigli, significa solo che quei due consigli non vanno bene per te.
Ecco perché a volte non sei convinto dei consigli che ti danno, oppure hai dei dubbi su come dovresti fare qualcosa, perché probabilmente quello con cui sei confrontato in quel momento non è completamente allineato al tuo perché.
Quando “qualcosa non ti torna” usa il test del sedano e prova a guardare la situazione dalla prospettiva del tuo perché: vedrai che tutto improvvisamente appare chiaro.
Come trovare il tuo perché
Per trovare il tuo perché ti consiglio di leggere i due libri “Partire dal perché” e “Trova il tuo perché”, così da capire davvero la teoria ed i concetti, come pure il metodo corretto per trovarlo.
Per iniziare e farti un’idea più generale sul Sinek-pensiero puoi guardare il video dei TedXTalk:
Ritornando ai libri, mi permetto di spoilerare brevissimamente il metodo, si tratta di guardare al tuo passato e trovare un fil rouge tra situazioni in cui sei stato all’apice della tua vita e situazioni in cui hai toccando il fondo. Da una parte sarai la massima espressione del tuo perché, dall’altra sarai invece in totale mancanza di perché.
Io ho fatto questo (e gli altri esercizi) e ho scoperto che, effettivamente, quello che faccio e che mi interessa (ma anche quello che non sopporto), sono strettamente collegati al mio perché.
Da quando ho preso consapevolezza di questo mio modo d’essere ho iniziato a vedere il mondo con occhi diversi e a operare delle scelte in modo più consapevole e basate su chi sono davvero.
E tu? Non hai voglia di iniziare a vivere seguendo il tuo perché?
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