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Year in pixel è una delle pagine più popolari del bullet journal sia per la sua semplicità di realizzazione (e compilazione!) che per i brillanti colori una volta concluso.

Fino all’anno scorso l’ho praticamente snobbato, in quanto credevo non potesse darmi alcun valore aggiunto e che fosse solo un’altra pagina colorata sul mio taccuino. Poi, però, a gennaio, dopo l’ennesimo post apparso nel mio feed di IG, ho deciso di dargli una chance.

Con mia grossa sorpresa, ho scoperto che la semplicità a volte paga, perché questo habit tracker è molto più di una griglia di colori su carta: è un modo molto facile per tenere traccia di emozioni, sfide e successi nel corso dell’anno. Come vedrai in seguito, il tempo richiesto (sia per la realizzazione che per la compilazione) è minimo, ma in compenso imparerari a creare un’abitudine legata alla riflessione giornaliera.

I vantaggi dello year in pixel

Nonostante la sua apparente semplicità, questa raccolta personale offre numerosi benefici:

  1. Visione d’insieme dell’anno
    Ti permette di vedere come sta andando (o com’è stato) l’anno in un colpo d’occhio: c’è stato un periodo particolarmente intenso? Noti delle similitudini durnate il mese o le settimane?
  2. Motivazione per raggiungere i tuoi obiettivi
    Ti incoraggia a rimanere costante nel perseguire i tuoi obiettivi quotidiani: se lo usi per segnarti quando hai raggiunto un risultato, vedendolo sempre più “pieno” sarai più invogliato ad impegnarti di più. Per contro se resta vuoto, vorrai iniziare a riempirlo per non lasciarlo tristemente in bianco e nero;
  3. Velocità e praticità
    Se hai difficoltà a compilare i tracker, questo è una buona base di partenza perché richiede poche informazioni ed è veloce da compilare. In fondo si tratta di colorare un piccolo quadratino ogni giorno;
  4. Creazione di un mosaico unico
    Ogni year in pixel è unico, che riflette la tua esperienza personale. Se lo usi in abbinamento alla riflessione giornaliera o all’umore, alla fine anno ti troverai con un mosaico di tutto il tuo vissuto durante l’anno;
  5. Coltiva la consapevolezza
    Fermarti per qualche minuto a compilare il tracker ti aiuterà ad imparare ritagliarti del tempo per pensare alla giornata e a quello che è successo. Spesso è anche un’occasione per imparare a lasciare andare, come se colorando il quadratino mettessi la parola fine al giorno, preparandoti per un nuovo domani;
  6. Rafforza i legami
    Una “variante” divertente è quella di compilarlo con qualcuno in famiglia. Così facendo, avrai l’opportunità di condividere un momento della giornata e, per i bambini, è un ottimo strumento per aiutarli a riflettere e capire le proprie emozioni. A casa mia il momento del pixel è molto atteso, a gennaio quando ho iniziato il mio nuovo taccuino la prima cosa che mi hanno chiesto è stata “papà, rifacciamo il pixel?”.

Cos’è e come creare uno year in pixel

Appartenente alla categoria degli habit tracker, lo year in pixel è una pagina del bullet journal composta da tanti quadretti (i pixel) disposti in una griglia di 12 x 30/31. Ogni pixel rappresenta ciascun giorno dell’anno e ti consente di tenere traccia di vari aspetti della tua vita, dall’umore alle attività quotidiane o agli obiettivi raggiunti. Io, per esempio, nel 2023 ho deciso di abbinare lo year in pixel alla riflessione giornaliera. indicando com’è stata la mia giornata.

Per creare il tuo spread, hai bisogno solo di pochi strumenti: una matita o penna, un righello e una selezione di colori. Puoi scegliere tra un layout orizzontale o verticale e poi sbizzarrisciti con colori diversi, doodle o emoticons, rendendo così il tuo year in pixel ancora più espressivo e creativo.

Dato che, soprattutto all’inizio, la griglia di per sé è piuttosto basica (al limite del triste), ti consiglio di vivacizzare la pagina realizzando un titolo in modo più artistico: magari con un font che non hai mai utilizzato o con una tecnica particolare. Invece, fai attenzione ai colori, perché quando poi sarà terminata il rischio “shock” è elevato. Come vedi dalle mie fotografie, io stesso ho giocato più su font e forme che sui colori.

In ultimo, ti lascio un piccolo consiglio: per garantire il successo del tuo tracker, la costanza quotidiana è essenziale. Ricordati di trovare un momento fisso ogni giorno per riflettere sulle tue emozioni e colorare il pixel corrispondente. Se, come me, hai difficoltà nel ritagliarti un momento, basta impostare una sveglia sul tuo cellulare ;).

E ora, tocca a te

Creare il tuo year in pixel è più di un semplice esercizio artistico. È un viaggio di auto-esplorazione che ti consente di documentare le sfumature del tuo stato d’animo e la tua crescita personale nel corso dell’anno.

Che tu stia cercando di gestire lo stress, migliorare il tuo umore o semplicemente registrare il passare del tempo, questo tracker sarà un prezioso alleato nel tuo percorso di scoperta personale.

E tu, hai già creato il tuo year in pixel?

Subito dopo aver scritto il tuo nome nel nuovo bullet journal, la pagina in cui ti imbatterai (si, prima ancora dell’indice e del future log) è la pagina delle key. Qui farai il vero primo passo che renderà finalmente tuo quel nuovo e vuoto taccuino appena comprato.

Pagina Key vuota Scribbels That Matter

In alcuni taccuini pre-impostati (come per esempio il Dingbats o lo Scribbles That Matters) troverai una tabella bella e pronta, se utilizzi un taccuino vuoto avrai più possibilità di sbizzarrirti non solo a creare i tuoi simboli, ma anche nella realizzazione della pagina stessa. In questo articolo, ti spiego come creare e utilizzare le key e i colori nel bullet journal per rendere le tue annotazioni più efficaci.

Significanti, pagina key e colour code: facciamo un po’ di ordine

I significanti sono simboli o icone che ti aiutano a dare un significato alle annotazioni presenti nel tuo bullet journal, organizzandole in modo chiaro, semplice ma soprattutto rapido.

La pagina key è una guida veloce relativa a tutti i simboli che usi nel tuo bullet journal e, come vedrai, oltre ai significanti “standard” ideati da Ryder Carrol, hai la possibilità di crearne di tuoi.
Nota: spesso significanti e key vengono usati come sinonimi, qui per chiarezza, preferisco usare il termine significante quando parlo dei simbolo da usare nei tuoi appunti e key quando parlo della pagina-guida.

Capita poi che i bullet journalist utilizzino anche i colori per differenziare i temi. La guida che raccoglie tutti i colori che utilizzi con indicati i riferimenti si chiama colour code e, per praticità, è quasi sempre condivisa nella pagina delle key.

Quali e quanti significanti e se usare anche i colori dipende dal tuo stile personale. Io, utilizzando il bullet anche per lavoro, mi piace usare due colori diversi a seconda dell’ambito. Mentre per i significanti mi accontento di quelli base, sebbene con qualche modifica (ma lo vedrai nel prossimo paragrafo).

Significanti: quali sono, come si usano e come crearne di personali

Nel suo libro “Il metodo bullet journal”, Ryder Carrol fornisce 9 significanti (o simboli) e che ti possono essere utili in qualsiasi situazione. Il loro obiettivo principale è di farti riconoscere al volo le differenti annotazioni.

Le differenti tipologie di annotazioni possono essere:

compiti – voci che prevedono di eseguire un’azione
xcompiti completati
>compiti migrati – sono quelli spostati più avanti nel monthly log o in una raccolta specifica (freccia verso destra)
<compiti programmati – sono quelli che dovranno essere fatti in un altro momento (mese, anno,…) e vanno quindi spostati indietro nel future log (freccia verso sinistra).
oeventi
note
*priorità
!ispirazioni
compitocompiti che non dobbiamo più svolgere (=eliminati), perché sono cambiate le circostanze o le esigenze.

Oltre ai 9 significanti Carrol lascia ampia libertà di sceglierne altri. Sulla base delle tue esigenze puoi anche adottare altri simboli: io per esempio uso il simbolo del triangolo per indicare gli appuntamenti, in modo da separarli dagli eventi, mentre uso una stella per indicare i giorni festivi infrasettimanali:

appuntamento
giorno festivo
compito da fare
compito in corso
compito concluso

Un’altra variazione che ho adottato riguarda i compiti: l’autore, nel suo libro, riporta che nelle prime versione del Bullet Journal usava una casella per indicare i compiti, ma poi si è reso conto che non erano così efficaci perché erano più lunghe da disegnare e apparivano sciatte. Io personalmente mi trovo molto meglio ad utilizzare le caselle per i compiti perché mi consentono di gestire il riempimento (per esempio se è in corso le riempio a metà e quando le ho concluse sono tutte piene).

Come per ogni aspetto del metodo Bullet Journal, anche in questo caso non esiste una regola universale… e in fondo è anche questo il bello del sistema!

Crea i tuoi significanti e la pagina key

Quando credi un simbolo personalizzato, ti consiglio di lavorare su due fronti chiedendoti prima di tutto che tipo di informazione desideri mettere in risalto e poi che tipo di simbolo usare. Per esempio: un cuore simboleggia qualcosa relativo ai sentimenti, il simbolo del dollaro si riferisce ai soldi,… . Presta attenzione anche alla semplicità: se scegli un simbolo complicato andrà a finire che non lo userai perché perdi troppo tempo per disegnarlo. Per esempio: io avevo scelto un cupcake per indicare i compleanni: alla fine ho capito che è stata una scelta folle! Il trucco per creare i tuoi significanti è quindi quello di bilanciare bene l’utilità, il significato del simbolo e la velocità di realizzazione.

Poi, una volta che hai scelto tutti i tuoi significanti (mi raccomando, non esagerare), puoi riportarli nella pagina delle Key all’inizio del tuo taccuino. In alternativa, puoi creare un cartoncino che puoi usare come segnalibro o da aggiungere in una delle ultime pagine, così da averla sempre a portata di mano:

Segnalibro Key con Future Log

Usa i colori per differenziare i temi

Un altro sistema per utile classificare le informazioni è di utilizzare diversi colori. Così facendo renderai più facile la ricerca secondo il tipo di argomento, tema o tipo, grazie all’impatto visivo. Infatti, a differenza dei significanti che operano ad un livello più “basso”, ovvero di singola nota, l’uso dei colori serve più a livello “alto” ovvero per gruppo tematico.

Monthly spread con colour code

Ad esempio, potresti utilizzare una penna rossa per indicare le attività urgenti e una blu per le attività meno importanti e una verde per i “prima o poi”. I significanti saranno sempre li stessi, la discriminante del grado di urgenza la daranno i colori.
Oppure puoi usare un colore diverso per ogni categoria di attività: per esempio il giallo per il lavoro e il rosa per la vita privata. Anche qui i significanti sono sempre quelli, solo che se un compito è evidenziato in giallo sai che lo dovrai fare in ufficio, se è in rosa lo dovrai eseguire a casa.

Un’altra variante, che io utilizzo, è differenziare le intestazioni dagli appunti. Per esempio io realizzo tutti i miei layout in nero o grigio (es. intestazioni, titoli, date, ecc.) mentre per scrivere i miei appunti e annotazioni uso una penna a sfera blu, in modo da notare subito la differenza tra i due tipi .

Come fatto per i significanti, una volta che avrai assegnato i vari colori ai differenti temi, puoi riportare la legenda nella pagina delle key creando il tuo colour code (o se preferisci creare una pagina ad hoc solo per i colori). Anche qui, se lo desideri puoi creare un segnalibro da posizionare ovunque tu voglia nel tuo bullet.
Et voilà: la sezione (o la pagina) con riportati tutti i tuoi colori si chiamerà colour code.

Colour Code

E adesso tocca a te

In conclusione, i significanti e i colori sono elementi importanti del bullet journal che ti consentono di organizzare le informazioni in modo chiaro e visivo oltre a rendere il taccuino più tuo.

Puoi decidere di affidarti solo ai significanti, solo ai colori o ad entrambi. L’importante è che sperimenti perché solo così potrai trovare il sistema che funzioni per le tue esigenze.

Mi raccomando: non avere paura di modificare il sistema se i tuoi bisogni cambiano nel tempo! Il bello del Bullet Journal è proprio la sua flessibilità e la capacità di adattarsi alla nostra vita!

Nel panorama dei metodi di produttività personale spicca il metodo GTD, del quale ho scritto un post nell’ottobre 2021. Durante la stesura, scoprii che un blogger chiamato Leo Babauta, ha adattato e semplificato il metodo GTD, dandogli poi il nome di Zen To Done (o ZTD).

Durnate la scorsa estate, sono finalmente riuscito a leggermi l’e-book che mi ero scaricato ed ora sono pronto a raccontarti come applicare il Zen to Done.

Cos’è il metodo Zen to done e le differenze con il Getting things done

Il ZTD è un adattamento del GTD, il quale coniuga alcuni suoi principi insieme ad altri provenienti da altri sistemi di produttività personale.

Per l’autore, il metodo GTD presenta alcune difficoltà: prima fra tutte la necessità di cambiare tante abitudini insieme, in secondo luogo non si focalizza abbastanza sugli obiettivi né sull’esecuzione e troppo sugli stumenti, poi è poco strutturato e pretende di essere una soluzione unica a tutti i problemi.
È vero che il GTD sia un metodo validissimo e che molte persone mettono in pratica ogni giorno, ma non è proprio di immediata comprensione e anche adattarlo alla propria vita può essere complicato.

Io stesso cerco di applicarlo il più possibile, alcune volte con successo altre con meno, tanto che devo ammettere che mi sono riconosciuto nelle obiezioni di Babauta, così come i consigli proposti. Dopo aver letto l’e-book posso dire che alcune parti sono molto utili, mentre altre le ho trovate un po’ superflue. Sicuramente questo è risultato dal fatto che uso già un bullet journal e in parte sfrutto il GTD per essere più produttivo.

Gli step fondamentali

Come ti ho spiegato, l’obiettivo del Zen to Done è di essere produttivi, ma allo stesso tempo dare una chiara direzione su come procedere. Per farlo puoi appoggiarti a 10 semplici abitudini:

  • Raccogli
  • Processa
  • Pianifica
  • Esegui
  • Sistema semplice e affidabile
  • Organizza
  • Revisiona
  • Semplifica
  • Routine
  • Trova la tua passione

L’autore suggerisce (abbastanza insistentemente) di non adottarle tutte insieme, ma di impegnarti ad adottarne una alla volta per un periodo di 30 giorni. Così facendo, in poco meno di un anno avrai effettuato la “trasformazione” completa.

Nel suo e-book, poi fornisce consigli su come implementare queste abitudini una alla volta e poi le passa in rassegna tutte andando nel dettaglio.

La versione minimal

Benché Babauta consigli fortemente di adottare il Zen to Done nella sua interezza, nel libro propone comunque una versione minimal del ZTD, composta da solo dai primi 4 passi, ovvero: raccogli, processa, pianifica ed esegui.

Tuttavia, questa versione minimal non è in sostituzione di quella intera, ma permette a chi si avvicina per la prima volta di implementare in maniera veloce il Zen to Done. In seguito, una volta che la versione minimal sarà diventata un’abitudine, si può “ritornare” a riprendere la parte intera aggiungendo i vari pezzi.

Questo modo di procedere è sicuramente valido, ma personalmente trovo che sia un po’ troppo semplicistica e che tralasci un elemento fondamentale (ma ne parlo in seguito).

Taccuino

Raccogli

Come nel GTD anche qui l’autore suggerisce di avere un unico luogo da dedicare ad inbox: ma qui di fa esplicito riferimento ad un taccuino in cui annotare tutti i pensieri, cose da fare, progetti ecc. Come avrai capito, questo è, ovviamente, il tuo bullet journal e lo spazio dove annotare tutto è il tuo daily log.

Per la raccolta di posta, documenti,ecc. invece consiglia di avere una cassettiera da scrivania o una cartelletta, per le e-mail l’ideale sarebbe avere un unico indirizzo, mentre per la gestione degli impegni lui utilizza un calendario online (quello di Google).

Come sai, sono un fan dell’idea di avere un unico posto per tutto e qui mi allineo alle idee dell’autore: avere un portadocumenti per i documenti cartacei e un taccuino per l’agenda + le note, mi è stato estremamente utile e ha aumentato la mia produttività.

Processa

Periodicamente (una o due volte al giorno) dovrai processare le tue inbox. Che si tratti di e-mail, documenti o appuntamenti, dovrai analizzare e compiere delle scelte: puoi eseguire un determinato compito subito, oppure rimandarlo (in quel caso lo includi in una raccolta), puoi delegarlo o addirittura eliminarlo. Per i documenti e file, c’è anche l’opzione di archiviarli. Il processo di Zen to Done è quindi sostanzialmente identico a quello del GTD. Vi è, tuttavia, una differenza con il GTD: se esso presuppone la creazione di raccolte di liste basate sul luogo (al telefono, alla scrivania, in salotto), il ZTD pone l’accento più sul contesto generale, ovvero a casa, al lavoro, in viaggio (quindi più simile alle raccolte personali).

Pianifica

Il metodo introduce il termine Most Important Task (MIT), ovvero i compiti più importanti e che spesso (ma non sempre) ti portano a raggiungere un obiettivo più grande.

Andando nel concreto, all’inizio della settimana scegli quali sono i tuoi obiettivi (se sono articolati, puoi scomporli in compiti più piccoli, i MIT). Poi, nella tua pianificazione settimanale includi ogni giorno 3 MIT, che svolgerai pere primi e che ti consentiranno di completare gli obiettivi della settimana. Se vi sono altri MIT altrettanto importanti, li svolgerai subito dopo. A seguire, eventuali altri to do secondari.

Facciamo un esempio pratico: questa settimana devo scrivere un articolo per il blog (obiettivo). La stesura la scompongo in: ricerca fonti, scaletta prima bozza, creazione immagini/video, revisione, pubblicazione (MIT). Quindi, ad ogni giorno assegnerò 1 o due compiti che svolgerò come primi all’inizio di giornata. Così facendo a fine settimana avrò raggiunto il mio obiettivo di avere un articolo per il blog completato. Tuttavia martedì sera, mi rendo conto che devo chiamare il dentista per prendere appuntamento per il controllo (altro MIT), quindi il mercoledì dopo i due compiti legati all’obiettivo, chiamerò anche il dentista. Poi potrò dedicarmi ad altri compiti secondari.

Per l’organizzazione vera e propria, nel mio bullet, dato che non uso il weekly log, mi sono organizzato con una tabella molto basica suddivisa per i giorni:

Tabella settimanale con MIT e altri compiti

Babauta è un po’ più estremo e per lui esistono solo i MIT, gli altri compiti li elimina o li delega. Nella mia esperienza personale trovo questa applicazione non di facile attuazione. Io preferisco tenere aperte le opzioni e gestire i compiti secondo la priorità.

Esegui

Quando poi passi all’azione (esegui) il consiglio è quello di evitare assolutamente il multitasking ma di dedicarti completamente al compito che devi eseguire: chiudi tutti i programmi non necessari, disattiva le notifiche e dedicati completamente al compito che devi eseguire per il tempo necessario. L’importante è che quando inizi un compito è che poi lo porti a termine, così che lo puoi depennare dalla tua lista. Anche in questo caso l’obiettivo è arrivare a concludere tutti i compiti che ti sei prefissato.

L’elemento mancante: la revisione

Nella versione minimal del Zen To done, ci sono solo 4 passaggi, ma secondo me vi è un quinto elemento che dovrebbe essere incluso, ovvero la revisione.

Ciclo Zen to done

A questo argomento ho dedicato un intero post sul blog, per cui qui mi limito a riportarti gli step fondamentali consigliati da Babatua:

  1. Analizza i tuoi obiettivi a lungo, medio e corto termine
  2. Riguarda le tue note
  3. Rivedi il tuo calendario
  4. Analizza e correggi le tue liste
  5. Pianifica i tuoi obiettivi per la settimana

Eseguendo periodicamente la revesione, automaticamente adotterai anche altre tre abitudini: semplificare, organizzare a trovare un sistema affidabile.

Rivedere costantemente cosa e come lo hai fatto, ti aiuterà ad capire come puoi apportare miglioramenti alla tua organizzazione: per funzionare un sistema deve, infatti, essere semplice e adattarti al tuo stile di vita.
Nel mio caso non mi sono mai piaciute le liste così come proposte nel GTD, ovvero sulla base del contesto (telefono, scrivania, in viaggio,…), le quali possono diventare numerose. Personalmente ho trovato l’approccio ZTD più snello: ho poche le liste suddivide per ambito: al lavoro, a casa, blog, progetti e prima o poi.

Imparerai, inoltre a stabilire delle priorità riconoscendo su cosa ti devi concentrare, apprenderai cosa puoi delegare o addirittura eliminare dalla tua vita, per concentrarti su cosa è davvero importante per te, ovvero i MIT.

Il “mio” minimal Zen to done in pratica

  • Raccogli: Se possiedi già un bullet journal, metà del lavoro è fatto: hai un taccuino con un posto in cui annotare tutti i pensieri. Grazie alle raccolte temporali hai inoltre a disposizione spazio per gli impegni gli appuntamenti. Se, invece, sei nuovo e non hai ancora il tuo bullet journal, qui trovi tutti i dettagli per iniziare a crearne uno. A questo punto, ti manca solo un luogo fisico in cui riporre i tuoi documenti: scegli la tua inbox fisica;
  • Processa: Man mano che raccogli elementi nella inbox, procedi allo svuotamento e svolgi ogni voce, dandole la giusta priorità (è un MIT oppure no?) all’interno della giornata e della settimana;
  • Pianifica: Il mattino, appena sveglio, guarda cosa ti attende nella giornata e stabilisci i tuoi MIT, assegna loro le priorità e il tempo necessario per svolgerli, poi valuta altri compiti che desideri eseguire;
  • Esegui: Quando decidi di evadere un compito, dedicati completamente evitando distrazioni;
  • Revisiona: A fine giornata (e a fine settimana) ricordati di effettuare la riflessione: nota quanti compiti hai eseguito e i progressi fatti verso il raggiungimento dei tuoi obiettivi, rivedi le tue liste e/o correggi le lacune nel sistema e in ultimo dai uno sguardo a quello che ti attende.
Infografica Minimal Zen to done: raccogli, ptocessa, pianifica, esegui e revisiona

E adesso tocca a te

In questo post ti ho parlato del metodo Zen to Done, inventato dal blogger Leo Babatua, che si propone di essere meno strutturato rispetto al GTD ma più focalizzato verso il raggiungimento dei tuoi obiettivi. Per iniziare, tutto quello che ti serve è un taccuino (ma lo possiedi già) e stabilire i tuoi MIT. In seguito puoi imparare a raccogliere, processare, pianificare ed eseguire (e se lo vuoi anche a revisionare).

Personalmente ho trovato questo metodo un’interessante evoluzione del GTD, tanto che da un paio di mesi lo sto adottando con grande soddisfazione. E tu quale motodo preferisci il GTD o il ZTD?

Si può usare il bullet journal per rendere la propria vita lavorativa più efficiente e intenzionale?

La risposta è, ovviamente, si!

Nel caso del work bullet journal (cioè quando usi il bujo al lavoro) le raccolte personali saranno più affini all’ambito lavorativo. Quello che assolutamente non deve cambiare è il principio di fondo: ovvero imparare a concentrarti su quello che conta davvero, cercando di eliminare il superfluo e, soprattutto, svuotando la tua mente.

Cos’è il work bullet journal e quali differenze con il bujo personale

Se i punti chiavi del metodo restano invariati, così come le raccolte temporali (future log, monthly e daily), la grande differenza che c’è tra i due usi riguardano le raccolte personali.

Pensa ai tracker: se nel bujo personale tengo traccia dei bicchieri d’acqua, del sonno o dell’esercizio fisico, al lavoro terrai traccia delle ore effettuate, di quanto hai guadagnato o dei clienti che hai avuto.

Anche le raccolte cambiano per soddisfare esigenze più inerenti il contesto lavorativo, per esempio la raccolta per organizzare un viaggio diventa quella per organizzare un evento, mentre la lista dei libri da leggere o letti, i quali nel personale saranno per lo più romanzi, nel bujo dedicato al lavoro saranno più saggi o libri tecnici.

Potresti, inoltre, necessitare di più checklist e liste di controllo al lavoro rispetto alla vita privata, oppure di dover dedicare più spazio alle riflessioni (che in termine lavorativo si chiamano briefing e debriefing).

Approcci: un unico taccuino o due taccuini

Dato che il bullet personale e quello lavorativo hanno contenuti diversi, potresti anche chiederti se valga la pena di avere tutto in un unico taccuino o averne due. La questione è, in realtà, un po’ più complicata e la scelta non dovrebbe essere fatta unicamente basandoti sui contenuti, anche perché normalmente un taccuino ha sufficienti pagine per ospitare molte raccolte.

Quando io ho iniziato ho deciso sin da subito di separare le due cose: ho quindi utilizzato un taccuino da bullet (avevo un Lechtturm 1917) impostandolo solo per la mia vita privata, mentre ho preso un altro quaderno semplice che ho usato per lavoro. La mia scelta era dettata dal fatto che volevo separare completamente gli ambiti. Inoltre per la natura del mio lavoro, non avevo necessità di avere raccolte, ma mi bastava un future log e poi lavorare giornalmente tramite i daily log, segnandomi i vari to do e idee che mi arrivavano durante il corso della giornata.

Ora che ho appena cambiato lavoro e dato che mancano 3 mesi alla fine dell’anno (e al relativo cambio di taccuino) ho deciso di provare ad includere il work bullet journal nel mio taccuino personale, creando delle raccolte ad hoc per il lavoro.

Così facendo, rispetto il principio fondamentale del metodo: ovvero avere tutto in un unico posto (idea peraltro in comune con altri sistemi, come il GTD – Getting Things Done, in cui viene suggerito di avere un’unica inbox). Non solo, ma anche avere un unico taccuino ti permette di poter riportare o aggiornare facilmente anche la tua vita privata (in fondo passiamo 8 o più ore al lavoro) senza dover poi aggiornarlo in un altro momento. In fondo, anche Ryder Carrol nel libro, non accenna minimamente a separare i due ambiti, in quanto nel daily log vengono riportati tutti i pensieri, note, to do, i quali saranno poi organizzati tramite la riflessione giornaliera.

Alla fine, per la messa in pratica del metodo, poco importa se decidi di tenere un unico bullet o due separati. Tutto dipende da come desideri organizzarti:

  • Se vuoi avere tutto in un unico posto, hai sufficiente spazio, non hai esigenze di separare la vita privata dal lavoro (oppure le cose sono molto unite – penso ai freelance), allora puoi anche tenere un unico taccuino.
  • Se, invece, preferisci separare le due vite, il tuo lavoro richiede tante raccolte o raccolte fondamentalmente diverse, oppure vuoi solo provare un po’ di tempo per vedere come va, ti consiglio di tenere due taccuini separati.

Consiglio: se decidi di tenere tutto in un unico bullet, dovrai fare particolarmente attenzione ad alcuni aspetti e riuscire a separare visivamente gli ambiti nelle raccolte comuni, o costruendo layout a colonne e pagine separate, oppure usando colour code.

Le basi: future / indice, keys, future log, monthly log e daily log

Oramai lo sai, l’impostazione di base per ogni bullet journal classico comprende 5 pagine: indice, keys, future log, monthly e daily.

Se usi un taccuino separato, questa parte è la più facile: scegli la prima pagina libera, inserisci i titoli e voilà il bullet è impostato.

Discorso diverso, invece se ti affidi ad un unico taccuino. Se per quanto riguarda l’indice, non cambia molto, discorso diverso potrebbe essere per le keys, dove probabilmente avrai bisogno di qualche significante in più per l’ambito lavorativo e, quasi sicuramente, ti servirà carpire al volo quali note sono personali e quali lavorative. La così più facile è quindi utilizzare un colour code (= codice dei colori), in cui, scrivi, evidenzi o sottolinei le note in colori diversi a seconda del tema che tratta (per esempio rosa per il privato e verde per il lavorativo).

Per quanto riguara il future log, anche qui ci sono diverse strade: si può separare le voci tramite un colour code, oppure separare a colonne gli ambiti. Se utilizzi un layout orizzontale, ti basta dividere la pagina a metà e il gioco è fatto. Ma c’è anche una terza opzione (quella che ho scelto io per questi tre mesi): impostare un nuovo future log per il lavoro:

Mini Future Log al lavoro 4 mesi su una pagina
Il mio future log per l’ultimo trimestre 2022 + uno spazio per il 2023

Passando al monthly log, anche qui puoi decidere di usare il metodo del colour code, costruire un layout ad hoc per gli impegni lavorativi separandoli dai privati, oppure separare visivamente con uno stile a colonne, come ho fatto io in passato:

Monthly log a colonne - Privato e lavoro

Stesso discorso è valido anche per il weekly (se lo utilizzi), mentre per il daily log, ti suggerisco di scrivere tutto senza preoccuparti troppo se si tratta di questioni personali o lavorative e di svolgere una riflessione a fine giornata smistando poi gli elementi secondo l’ambito.

Consiglio: valuta bene il tipo di lavoro che svolgi: e se c’è il rischio che altri (colleghi, superiori, clienti) possano vedere il tuo bullet, personalmente mi atterrei ad uno stile più sobrio e minimale (magari al massimo qualche doodle). Un bullet molto ricco di decorazioni potrebbe dare un segnale sbagliato in merito alla tua motivazione o serietà sul lavoro.

Le raccolte personali: progetti, obiettivi, tracker

Qui arriviamo alla parte più interessante del work bullet journal: le raccolte personali.

Essendo, appunto, personali è difficile dire esattamente quali raccolte includere, perché a dipendenza di che lavoro svolgi, degli obiettivi che hai e di come ti organizzi sul lavoro, potresti avere bisogno più o meno raccolte e tracker. Un docente userà il bullet per pianificare le lezioni, un project manager per la gestione dei progetti, un addetto ai social media per organizzare idee e post, un freelance per tenere traccia dei lavori, dei clienti e dei guadagni.

Di seguito ti riporto alcune idee di raccolte che ho trovato online:

  • Elenco dei progetti e prima o poi (metodo GTD) Puoi creare una pagina unica oppure, come ho fatto io, se i progetti sono divisi in aree diverse, puoi suddividerli nei vari ambiti:
Pagina Progetti con layout a riquadri
Il mio Project Log con i progetti suddivisi nei vari ambiti
  • Contatti e riferimenti importanti Qui puoi inserire nomi, posizioni, contatti di colleghi e fornitori, ma anche software o flussi di gestione (come si fa quella tal cosa);
  • Obiettivi del periodo (anno, trimestre o mese) Qui ti consiglio di dividere lo spazio in due: da un lato scrivi i tuoi obiettivi “personali” e dall’altro riporti gli obiettivi che arrivano dal tuo superiore. Così facendo avrai sempre sott’occhio entrambi e non correrai il rischio di dimenticatene qualcuno per strada;
Pagina definizione obiettivi chiave
La pagina dedicata agli obiettivi, che riempirò non appena verranno definiti
  • Checklist Ci sono delle mansioni che dovrai eseguire periodicamente e avere una o più checklist a supporto, ti permette di non dimenticarti nulla.
  • Tracker delle ore Qui puoi riportare le ore eseguite, o quelle da fatturare ai clienti o semplicemente le ore straordinarie che hai fatto.
Tracker Ore straordinarie
  • Time blocking Se ti piace (o devi) suddividere il lavoro in blocchi di tempo puoi decidere di crearti una pagina riassuntiva della tua giornata tipo con la suddisivione dei vari compiti, secondo il principio del time blocking.
  • Kanban board Se devi gestire uno o più progetti e non hai a disposizione una lavagna in ufficio, creare una Kanban Board sul tuo bujo è un’ottima soluzione per tenere traccia dell’avanzamento dei vari compiti. Puoi scrivere i compiti sui post-it così che li puoi spostare (ed eliminare) facilmente e, inoltre, non dovrai rifarla per ogni progetto.
Kanban Board (to do-doing-review-done) e task
Kanban board cartacea
  1. Pianificazione trimestrale Questa raccolta è simile al future log, ma ha un orizzonte temporale limitato e serve per definire obiettivi e vincoli (periodi di saldi, lancio nuovo prodotto, festività,…)
  2. Budgeting Se sei un freelance o ti occupi anche della parte finanziaria di un progetto, puoi avere una pagina dedicata al budget.
  3. Clienti Puoi creare una pagina in cui vi è l’elenco dei clienti oppure, in caso di un grosso cliente, puoi renderla simile alla pagina progetti, ma specifica per il cliente in cui inserire contatti, obiettivi, lavori eseguiti, ore da fatturare, note degli incontri, ecc.
  4. Gestione di un blog o dei social media Molto utile per chi lavora nel mondo dell’online, di recente ho pubblicato un articolo su questo tema che trovi qui.

E ora tocca a te

Come hai potuto leggere, il work bullet journal è una trasposizione del bullet personale al mondo lavorativo. Le basi restano le stesse, così come le raccolte temporali (future, monthly e daily log), ma cambiano le raccolte personali.

Dopo aver letto l’articolo, ora non ti resta che iniziare ad impostare il tuo taccuino per lavorare in maniera più efficiente e, soprattutto, intenzionale.

Organizzare un viaggio può essere stressante.

Se si tratta di un viaggio itinerante (o road trip) ci sono tantissime cose a cui devi pensare: percorsi, tappe, alloggi, dove mangiare, come organizzarsi.
Se vai a visitare una città, devi prenotare il volo e l’alloggio, valutare bene quali giri vuoi fare e organizzare le visite, poi iniziare a spulciare i locali dove mangiare, divertirsi e, naturalmente, i posti caratteristici per lo shopping. Infine, quando viaggi con i bambini, sebbene puoi cercare di fare tutto in modo più semplice possibile, in realtà la lista delle cose da portare diventa infinita e con il rischio di dimenticarti qualcosa.

Ma, anche in queste situazioni, il bullet journal può tornarti molto utile.
Puoi, infatti, decidere di usare un intero taccuino dedicato ai viaggi e allora diventa un vero e proprio travel bullet journal, oppure realizzare degli spread all’interno del tuo taccuino di tutti i giorni. Quindi ti invito a partire subito con me alla scoperta del travel bullet journal.

Cos’è un travel Bullet Journal

Un travel bullet journal è, solitamente, un taccuino (o parte di esso) in cui raccogli tutte le informazioni relative a uno o più viaggi.

Io, facendo pochi viaggi all’anno, preferisco dedicare delle pagine ad hoc per ogni viaggio e realizzo una raccolta per avere tutto sott’occhio: dalle info pre-partenza ai to do sospesi. È qui che trovano spazio tutte le informazioni utili come i dettagli sui voli, sugli alloggi, le eventuali procedure per i visti (se necessari), cosa desidero visitare, i ristoranti, le attrazioni e anche dove fare shopping particolare. Questo è lo spread che ho realizzato per le vacanze di quest’anno: dato che le farò in due periodi e con modalità diverse, ho deciso di dedicare una pagina a ciascun viaggio, mentre al centro ho lasciato i titoli:

Spread con informazioni viaggio

Avere una pagina in cui vengono concentrate tutte le informazioni è molto utile, perché spesso si utilizzano strumenti e piattaforme diverse per effettuare le varie prenotazioni, per cui poi corri il rischio di perderti tra le varie e-mail (in passato a me è capitato di non riuscire più a trovare una e-mail tra tutte le conferme e ti posso assicurare che sono stati 10 minuti di panico!). Ma da quando ho la mia sezione dedicata riesco a tenere il focus su tutti gli elementi.

Da pianificatore, io uso più il mio taccuino per organizzarmi prima del viaggio, ma può essere utile (oltre che divertente) usarlo anche durante il viaggio rendendolo così un vero e proprio diario, in cui segnarti i resoconti di cosa hai visitato o mangiato, aggiungendo delle note relative qualche curiosità o particolarità che non vuoi dimenticare. Al tuo ritorno, puoi anche decidere di stampare delle foto e organizzare un mini album oppure integrare direttamente le fotografie nel tuo resoconto:

Diario di viaggio
Credit IG: @juliagehtreisen via @nicolenagelgast

Per poter sfruttare appieno il tuo taccuino, la prima domanda da porti è quindi qual è lo scopo del tuo travel bullet journal? Ti serve per pianificare? Oppure lo userai anche durante il viaggio come diario? Lo userai anche come ricordo e inserirai tutti i dettagli della vacanza? Ti interessa integrare delle pagine che userai anche in futuro (p.es. dei tracker?). Sulla base delle risposte che ti dai, potrai scegliere come impostare le varie pagine: info essenziali, diario, tracker, ecc.

Ryder Carroll nel suo libro paragona i viaggi ai progetti, per cui le raccolte vanno sotto il cappello delle raccolte personali. Seguendo il suo stile molto minimalista, lui suggerisce di apporre il titolo del viaggio in alto alla pagina e iniziare a scrivere tutto quanto lo rigaurda (appunti, note, informazioni). Ma perché, invece, non sfruttare lo spazio per realizzare degli spread più funzionali e, magari, esteticamente attraenti?

Su instagram con l’hashtag #travelbujo o #travelbulletjournal puoi trovare tante idee per realizzare molti layout: alcuni molto minimal, altri più elaborati. Io qui ti fornisco alcune idee di layout che vanno bene ini quasi ogni situazione.

Idee di spread

Se stai organizzato un road trip, puoi dedicare due pagine alla pianificazione e, magari, includere anche una mappa con le varie tappe:

Pianificazione viaggio e tappe
Credit IG: @vivi_bujotte

In caso di una vistia in una città, puoi dedicare due pagine indicando i luoghi da visitare, i ristoranti e le attività che svolgerai, magari integrandoli come dei doodle:

Pianificazione viaggio
Credit IG: @linocree

Se viaggi tanto e non vuoi tutte le volte correre il rischio di dimenticarti qualcosa a casa, puoi realizzare una raccolta “sempreverde”come una packing list:

Packing list
Credit IG@plansbyizzy

In ultimo, perché non portare l’idea di un tracker abbinato ai viaggi? Puoi disegnare una mappa (o stamparla e poi incollarla se è troppo difficile da realizzare) dei posti che hai visitato o stilare un elenco dei posti che vorresti visitare:

Tracker posti visitati
Credit IG: @kamuanya.designs

E ora tocca a te

Organizzare un viaggio non è mai semplice, di qualunque tipo esso sia. Spesso l’eccitazione della partenza può farti perdere la bussola, ma grazie al tuo taccuino non ti capiterà più. Che siano solo pagine dedicate alla pianificazione, un vero e proprio diario con tanto di doodle e fotografie, o dei tracker per ricordarti dove sei stato e dove desideri viaggiare, anche in viaggio il tuo bullet journal può diventare una risorsa utilissima.

Un blogger deve essere organizzato. Quale miglior supporto usare se non un Bullet Journal?

In questo articolo ti illustro come gestisco il mio blog (o almeno parte di esso) grazie al mio taccuino: qui raccolgo le idee, pianifico i contenuti, traccio i progressi e studio l’evoluzione del blog.

Ma prima di iniziare desidero fare una precisazione: io qui ti parlo della gestione di un classico blog (come il mio), ma adattando i consigli e le pagine puoi gestire “solo” il tuo canale social.

Essere un blogger è impegnativo

Online trovi un numero infinito di tutorial che ti spiegano come iniziare un blog.

Semplificando di molto, gli step sono tre:

  1. scegli un tema di cui vuoi parlare;
  2. trova una piattaforma (terza o propria);
  3. inizia a pubblicare.

Arrivare fino a qui è molto facile. È quello che segue dopo che è difficile.

Bisogna infatti pensare a promuovere gli articoli, gestire i canali social, inviare newsletter e (se lo fai) gestire le affiliazioni o i banner… In aggiunta è necessario continuare a produrre nuovi contenuti ma anche mantenere il sito (soprattutto se la piattaforma è propria) e pensare all’evoluzione, sia con nuovi aggiornamenti sia per l’aggiunta di funzionalità.

In tutto questo è facile perdersi, ma grazie al bullet journal riuscirai ad avere sempre tutto sotto controllo.

Uno delle caratteristiche chiave di avere un taccuino è la praticità di avere “tutto in un unico posto” in modo da avere sempre a portata di mano tutto quello che ti serve per poterti organizzare:

Bullet Journal Blog Hub

Come ho organizzato il mio bullet journal

In linea generale, preferisco cercare di raggruppare tutti i temi in una sezione ben definita del taccuino. Questo mi permette di non dover saltare da una pagina all’altra alla ricerca delle varie sezioni.

Seguendo questa filosofia, nel mio bujo attuale ho dedicato alcune pagine esclusivamente al blog, nelle quali ho inserito tutto quanto mi serve per avere tutto a portata di mano. Le raccolte che ho creato sono le seguenti:

  • Idee di post (sia per il blog che per i social)
    È una semplice tabella in cui scrivo idee di post che mi vengono in mente. Se poi deciderò di svilupparle, le inserirò nel calendario editoriale;
Tabella idee post
  • Brand identity
    Il riassunto dei colori del brand con i rispettivi codici;
Codici colori brand
  • Statistiche
    Il grafico dei visitatori, degli iscritti alla newsletter o dei follower su Instagram.
    Questi dati mi sono utili per valutare in generale l’andamento durante l’anno, ma che comunque è necessario approfondire questi dati con altri più dettagliati date dalle app analitiche (come Google Analytics o le statistiche dei Social);
Tracker visitatori (grafico), iscritti neweletter (tabella) e follower (tabella)
  • Elenco dei costi e ricavi
    Qui ho creato una tabella con i costi ed i ricavi del blog per l’anno in corso: una riga per ogni mese, ma se hai tante voi puoi anche decidere di farla più grande;
Tabella Costi e Ricavi
  • Un elenco delle risorse utili
    Spesso trovo siti interessanti o tool che mi potrebbero servire in futuro, ma che non ho tempo di valutare approfonditamente. Quindi li riporto in questa sezione, come referenza per il futuro.
  • Linee Guida
    È una sezione dedicata ai valori, la mission e la vision. Qui il discorso è piuttosto complesso e ci vorrebbe un post intero per parlarne, ma in linea generale posso dirti che la mission è quello che tu fai, la vision è cosa desideri raggiungere e i valori e come lo fai.
  • Compiti Periodici
    Come avrai capito, il lavoro di un blogger non consiste solo nel pubblicare contenuti. Devi anche pensare alla “manutezione”: controllando alcune cose, eliminandone o aggiornandole. Ogni settimana, mese, trimestre e anno ci sono dei compiti da eseguire e io me li sono annotati in questa pagina:
Bachedca con elencati i compiti periodici

Queste sono le pagine che io ho impostato nel mio attuale taccuino. Ho deciso di includere solo le informazioni generali che mi possono sempre servire. Tuttavia, io ho sempre uno spazio dedicato anche nel mio monthly o weekly, in cui riporto i to do del periodo, note, idee varie:

Altre raccolte

Fino a qui abbiamo visto le raccolte che ho creato nel mio taccuino attuale, ma volendo ci sono altre pagine che possono essere inserite, secondo le tue necessità. Io diverse di queste pagine le ho successivamente riportate in un tool online (io uso Asana, ma anche Trello è un valido alleato).

  • Calendario Editoriale
    Il calendario editoriale ti consente di non “perdere i filo” tra i vari post e i diversi canali. Ad inizio mese (o settimana, o trimestre… secondo quello che preferisci) decidi cosa pubblicare, quando e su che piattaforma. A colpo d’occhio terrai traccia delle scadenze e darai un senso logico ai tuoi post, ma soprattutto non rischierai di pubblicare lo stesso contenuto due volte di fila.
    Consiglio: se decidi di creare questa pagina ti consiglio di valutare di riportare le voci in matita in modo che se devi fare dei cambiamenti in corso d’opera potrai sempre fare le modifiche in maniera semplice.
Calendario editoriale a tabella con icone social
  • Update e manutenzione
    Come per tutte le cose e le persone anche il blog evolve.
    Io, per esempio, all’inizio non avevo una newsletter, non avevo pulsanti per la condivisione sui social, non avevo link affiliati. Poi ad un certo punto ho deciso di aggiornare alcuni articoli, mentre l’estate scorsa ho notato che la grafica era un po’ pasticciata (i pulsanti erano di diversi colori, titoli e immagini di grandezze diverse).
    In questa sezione ho riportato tutte queste cose da fare prima di iniziare ad occuparmene. Sono to do specifici legati alle funzionalità per far crescere il tuo sito (ovviamente se ne hai uno tuo, perché se usi sistemi di terzi, questo lo fanno loro per te).
  • Brain Dump
    Se desideri separare completamente le riflessioni, puoi creare una o più pagine ad hoc per gestire i brain dump specifici per il tuo blog.
  • Obiettivi
    Un’ultima pagina che può essere utile avere è quella relativa agli obiettivi che ti poni con il tuo blog (o canale social), i quali possono essere a scadenza trimestrale, semestrale o annuale. Io non ho creato questa pagina, perché ho deciso di includere una mini sezione blog nella mia vision board annuale.

E ora tocca a te

In questo post ti ho mostrato alcune pagine specifiche per essere più organizzato nella gestione del tuo blog (o canale social). Adesso non ti resta che scegliere quali pagine potrebbero tornare più utili e creare anche tu il “blog hub” sul tuo Bullet Journal… in alternativa puoi provare a realizzarle tutte !!

Il metodo bullet journal è un metodo sviluppato da Ryder Carrol e si fonda sulle raccolte. Ne esistono due tipi: quelle principali e quelle personali.

Cosa sono le raccolte

Quelle principali sono legate al tempo: il future log (diario del futuro), il monthly log (diario mensile) e daily log (o diario settimanale). Anche il weekly spread, ovvero la visione settimanale, da usare in alternativa al mensile o giornaliero, rientra tra le raccolte principali.

Le raccolte personali (a volte chiamate anche specifiche o tematiche), invece, non sono legate al tempo ma racchiudono le informazioni, annotazioni, riferimenti legati ad un tema specifico.

Ryder Carrol, nel suo libro, le definisce così: “[…] sono pensate appositamente per soddisfare una specifica necessità” e sono utili perché l’idea di base del metodo è che non esiste una soluzione universale, ma ognuno deve essere in grado di creare il proprio BuJo basato sulle proprie esigente.

Le tre (+1) fonti di ispirazione per le raccolte personali

Sempre nel libro, l’autore fornisce tre fonti di ispirazione per le pagine personalizzate: obiettivi, sfide e compiti. Il Bullet serve quindi a scomporre gli obiettivi in piccole azioni (o sprint) e tenere traccia dei risultati.

Pur comprendendo il ragionamento di Ryder Carrol, il cui obiettivo è spronarci a migliorare noi stessi, io credo che esiste anche una quarta categoria, che chiamo “di riferimento”. In questa categoria rientrano tutte quelle pagine che ci rendono la vita più facile: pensiamo alle ricette preferite, all’elenco dei debiti e crediti o all’hobby hub. Sono tutte pagine (illustrate di seguito) che sono a supporto di obiettivi, sfide o compiti.

Come creare una raccolta personale e quali pagine avere

Come per tutti gli spread, si può decidere di impostarli in modo più minimalistico o artistico.

Personalmente, sono per un approccio minimal, sia per una questione di praticità, sia perché preferisco non togliere spazio alle informazioni. Solitamente scrivo il titolo, magari usando un carattere particolare, e poi lo decoro con qualche doodle, riquadro o divisore.

Quali pagine inserire nel proprio Bullet?

Questa è una domanda facilissima da fare ma difficilissima da rispondere.

Il Bullet Journal è un metodo flessibile, per cui spetta a te decidere cosa includere.

Puoi cercare di stabilire a priori quali raccolte personali potrebbero servirti, ma in linea generale è un processo fatto di prove ed errori. Nel mio primo taccuino ho inserito diverse raccolte poi rimaste vuote, mentre non ne avevo incluse altre che nel tempo mi sono tornate utile. Di seguito ti propongo 49 idee suddivise in 7 sezioni: organizzazione personale, famiglia, cibo e viaggi, tempo libero, hobby crescita personale e pagine solo per te. La maggior parte delle raccolte sono mie creazioni, ma sono contento di poter includere i lavori di tre creator italiani di Instagram: Lilly (@lilly_bujo), Lucia (@taffy_journal) e @bujo_e_io.

Organizzazione personale

Queste raccolte sono utili per aiutarti nella tua organizzazione personale:

  • Progetti
    È la pagina molto utile perché puoi scrivere tutti i progetti a cui stai lavorando o a cui vuoi lavorare in futuro. È una raccolta tratta dal metodo Getting Things Done.
  • Prima o Poi
    Altra raccolta legata al GTD, qui puoi scrivere tutte le cose che desideri iniziare, fare o continuare (p.es. il corso di ballo, ma anche andare ad un concerto, o cucinare una torta particolare). L’importante è segnarsi una data di scadenza, entro quando prendere la decisione.
  • L’ultima volta che
    Una pagina simil-tracker che ti aiuta a ricordarti quand’è stata l’ultima volta che hai fatto qualcosa. Utile soprattutto per i to do che non sono ricorrenti (come p.es. pulire l’auto o il forno).
  • Scadenze importanti
    Utile se vuoi avere le scadenze tutte in un unico posto, se no puoi usare anche il future log.
  • Password
  • Pianificazione di eventi (compleanni, matrimoni, ecc.)
    Una pagina (ma spesso anche di più) tematica dedicata all’evento che stai organizzando.
  • Calendario pulizie annuale

Famiglia

In questa sezione ho inserito delle pagine utili per la gestione famigliare:

  • Pagine Gialle di Famiglia
    Puoi scrivere tutti gli indirizzi, e-mail e numeri utili dei membri della famiglia.
  • Compleanni
  • Informazioni bambini
    Questa pagina può essere usata liberamente: puoi inserire tracker della crescita, oppure l’elenco delle allergie e intolleranze, o ancora informazioni importanti come il numero dell’asilo o scuola o degli amici.
  • Acquisti futuri / Cose da vendere
    Questa raccolta è una delle più utili e la puoi realizzare semplicemente dividendo la pagina in 2 colonne: nella prima gli acquisti che dovresti (o vorresti fare) e nella seconda le cose che desideri vendere (ma non è ancora arrivato il momento). Io le usavo soprattutto per oggetti legati ai bambini.
  • Olii essenziali
    Se sei un fan degli olii essenziali, qui puoi inserire quelli che possiedi e quelli che vorresti. Puoi anche mettere un riassunto degli usi più comuni.
  • Size Chart (taglie)
    Quante volte ci dimentichiamo la nostra taglia (o quella della compagna/del compagno) di una determinata marca oppure non ci ricordiamo le taglie dei bambini? In questa pagina puoi raccogliere in un unico posto tutte queste informazioni.
  • Idee Regalo
    Altra pagina super utile alla quale non poteri mai rinunciare. Spesso capita di vedere qualcosa e pensare “ecco, questo sarebbe perfetto per il compleanno di Giulia”, solo che poi il tempo passa e ti dimentichi cosa avevi in mente. In questa pagina puoi indicare tutte le idee regalo, così che quando sarà il momento ti basta andare a comprarlo!
  • Debiti / Crediti
    Odio quando anticipo dei soldi e la gente si fa pregare per ridarmeli, ma ancora di più detesto dimenticarmi di ridare dei soldi a qualcuno! Così ho risolto il problema creando una pagina ad hoc: due riquadri con sopra dei post it (che posso eliminare a debito/credito saldato9.

Cibo & Viaggi

Questa sezione trovi raccolte legate al cibo e ai viaggi.
Se ti interessa il tema di come usare il BuJo per gestire il tuo rapporto con il cibo, leggi il post dedicato al food log.

  • Ricette preferite
  • Ricette da provare
  • Ristoranti (provati / da provare)
    Questa pagina mi accompagna da un paio d’anni e io l’ho strutturata in due colonne: la prima con i ristoranti provati con il livello di gradimento, mentre la seconda riporto i ristoranti che mi hanno consigliato o di cui ho letto e che mi piacerebbe provare.
  • Lista cibi sani / da evitare
  • Whishlist destinazioni vacanze
    Qui puoi annotare i posti che ti piacerebbe visitare e puoi anche utilizzarla per tracciare dove sei stato. Un’idea carina è di stampare una cartina e, usando due colori diversi, segnare i luoghi che hai già visitato o quelli in cui desideri andare.
  • Idee per week-end fuoriporta
  • Packing List
    Io preferisco usare un app, ma spesso è una pagina che viene consigliata. Qui puoi scrivere la lista di tutto ciò che vuoi (o devi) portare per un viaggio (vestiti, accessori, documenti,…).
  • Piano Vacanze
    Questa raccolta serve per pianificare le vacanze annuali, così che puoi far combaciare i giorni con il partner, la famiglia o gli amici. È utile soprattutto per il periodo estivo, per organizzare eventuali turni di custodia o colonie estive.

Tempo libero

Qui ci sono diversi layout per organizzare il tuo tempo libero.

  • Film / Serie TV da vedere : Pagina realizzata da Lilly di @lilly_bujo
  • Libri da leggere
  • Podcast da ascoltare
  • Programmi di allenamento
  • Pose Yoga
  • Da provare
  • Playlist : Pagina realizzata da Lucia di @taffy_journal

Hobby e Bullet Journal

Una delle mie sezioni preferite, perché qui non esistono liste legate ai doveri ma solo piaceri!

  • Hobby Hub
    Questa è una raccolta che ho introdotto nel BuJo del 2022 e l’ho realizzata dedicando alcune pagine al mio hobby (il blog), così da avere tutti i riferimenti in un posto unico. Io ho inserito le idee di post, la paletta di colori, i valori che mi guidano e dei tracker.
  • Grid Guide
    È una pagina in cui sono riportati il conto delle colonne e righe, e che poi viene suddivisa in blocchi. Ma se vuoi salvare spazio per un’altra raccolta, puoi iscriverti alla newsletter e scaricare la mia versione in formato PDF e valida per ben 11 taccuini.
  • Inventario Penne, pennarelli e Washi tape
    Questa pagina la puoi sfruttare per riportare un campione dei pennarelli che possiedi e dei tipi di washi tape, così quando crei uno nuovo spread puoi vedere a colpo d’occhio quali abbinamenti puoi fare.
  • Strumenti Buller Journal da comprare
    Pagina pericolosa perché viene riempita molto facilmente, ma ugualmente molto utile. Come per le idee regalo, questa pagina serve per annotarti futuri acquisti legati al mondo del BuJo.

Crescita Personale

Queste raccolte ti serviranno per migliorare alcuni aspetti o la tua vita in generale.

  • Obiettivi personali
    Qui puoi inserire gli obiettivi che ti sei prefissato. Puoi usare il sistema consigliato da Carroll 5-4-3-2-1 oppure usare l’orizzonte temporale 3-3-3 (3 settimane, 3 mesi, 3 anni).
  • Corsi
  • Vision Board
    Io la uso alla fine dell’anno per aiutarmi con i buoni propositi, ma puoi crearne una in qualsiasi momento.
  • Bilancia della Vita
    Un’attività divertente e che ti aiuta a trovare il tuo equilibrio, comprendendo cosa hai di troppo e cosa ti manca.
  • Level 10 life
    Tratto dalla filosofia del “miracle morning”, consiste nel suddividere la propria vita in 10 aree e assegnare un punteggio a ciascuno di esse. L’obiettivo è riuscire a raggiungere il 10 in ognuna delle aree.
  • Abilità da sviluppare
  • 30 prima dei 30 o 40 prima dei 40
    Una sorta di bucket list, legata all’esà: le 30 cose da fare prima dei 30 o le 40 cose da fare prima dei 40. Personalmente credo sia una cosa un po’ americana, ma potrebbe essere un buon modo per motivarti

Solo per me

Insieme alle raccolte personali dedicate agli hobby, queste fanno parte delle mie preferite.

  • Morning Routine
    Perché non realizzare una pagina con la tua routine mattutina? In questo modo ti motiverà a eseguirla tutti i giorni, soprattutto se abbinata ad un tracker.
  • Evening Routine
    Se hai una morning routine, non puoi non avere una routine serale, magari realizzate in due pagine affiancate.
  • Routine Personale (es. skincare, haircare,…)
    Ci sono certe pratiche, soprattutto femminili, che hanno una routine definita (ho letto qualcosa relativa alla cura della pelle, …) e, anche per questo tipo di routine può essere utile avere una pagina di riferimento.
  • Cose che mi rendono felice
  • Bucket List / Whish List
    Si tratta di una lista dei desideri di esperienze/cose da fare prima di una determinata scadenza. Io ne creo una per il periodo natalizio e una per il periodo estivo.
  • Self Care Ideas
    In questa pagina puoi elencare tutte le cose che ti fanno stare bene e che sono utili per tirarti su in quelle giornate no.
  • Brain Dump
    Una semplice pagina svuota pensieri, che ti aiuta a riordinare la tua mente ed organizzare i tuoi pensieri.
  • Quotes
    Qui puoi inserire tutte le frasi che ti ispirano o motivano. Pagina realizzata da bujo_e_io

E ora tocca a te!

In questo post hai scoperto le raccolte personali, che non sono legate al tempo ma ad un tema specifico. Le fonti di ispirazioni per queste raccolte sono 4: obiettivi, sfide, compiti e referenza e qui ti ho mostrato ben 49 idee per creare delle utili raccolte per il tuo Bullet Journal.

Come ti dicevo all’inizio, puoi cercare di stabilire a priori quali raccolte potrebbero servirti, ma in linea generale è un processo fatto di prove ed errori.

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Sin da quando ho abbracciato l’idea di aprire un blog, che inizialmente doveva parlare di produttività personale, il metodo Getting Things Done (o GTD) è tornato ciclicamente a trovarmi nei pensieri, nei post o nelle domande di utenti nei vari gruppi.

Alla fine mi sono deciso ed eccomi qui a raccontarvi dei dettagli come adattare il metodo GTD nel tuo Bullet Journal. A prima vista può apparire piuttosto macchinoso e complicato, in realtà una volta capita la logica è tutto abbastanza agile, ma mi permetto comunque di consigliarti di prenderti del tempo per leggere (e rileggere) il post.

Premessa: Cosa sono il Bullet Journal e il Getting Things Done

Cos’è il Bullet Journal

Taccuino con scritto BuJo

Il Bullet Journal o BuJo è un metodo per vivere la propria vita più consapevolmente. Secondo il suo creatore, Ryder Carrol, attraverso la creazione di raccolte principali e specifiche è possibile “tenere traccia del passato, ordinare il presente e progettare il futuro”. Per iniziare ti basta un taccuino, una penna ed un righello.

📎 Leggi anche questo post
Le basi del metodo Bullet Journal in 7 punti (cos’è, perché, come crearlo e organizzarlo)

Cos’è il metodo Getting Things Done

Sigla GTD

Il Getting Things Done o GTD (in italiano tradotto con “metodo Detto, Fatto”) è un metodo che promette di avere sotto controllo la propria gestione delle cose da fare o, come dice il suo inventore, Allen Carr, “poter dedicare tutta la tua attenzione a qualunque cosa che hai di fronte a tuo piacimento e senza distrazioni”.
Un noto blogger chiamato Leo Babauta, ha poi sviluppato un’alternativa (adattando e semplificando il metodo GTD), dandogli poi il nome di Zen To Done (o ZTD).

Il metodo GTD in dettaglio

Il GTD è un metodo di organizzazione e produttività personale che ti consente di definire gli obiettivi, decidere quale sarà il prossimo passo, allestire un sistema di promemoria affidabile.

Obiettivo - Passi - ToDo

Il concetto a cui ruota tutto interno sono le “cose” ovvero ogni e qualsiasi idea che si possa associare a un “devo”, un “bisogna” o un “farò”.

La teoria si basa sul knowledge work, ovvero l’idea che un compito non è dato ma va determinato attraverso una efficace gestione del flusso di lavoro, il quale a sua volta si articola in 4 passaggi:

  • Raccogliere tutte le informazioni
    Attraverso un processo di brain dump (che può essere più o meno lungo) metti nero su bianco tutti (ma proprio tutti) i pensieri relativi a “cose” (impegni, appuntamenti, dovrei fare, progetti, idee…)
  • Esaminare e organizzare i risultati
    Sostanzialmente si tratta di rispondere alla domanda: “È fattibile?
    In caso di risposta negativa puoi cestinare, rimandare (rubrica prima o poi/forse) o archiviare;
    In caso di risposta positiva devi chiederti “Qual è il prossimo passo?” e poi lo inserisci nella raccolta corrispondente o lo completi subito.
  • Verificare le opzioni
    Si tratta di un’attività di riflessione che può essere svolta periodicamente, solitamente ogni settimana, e in cui analizzi i punti aperti, perfezioni il sistema e aggiornani le liste;
  • Fare (o eseguire le “cose”)
    È il processo con cui scegli come agire.
    Carr suggerisce di suddividere le “cose” in base al contesto (casa, ufficio, al PC, al telefono,…), incrociandolo poi con il tempo a disposizione, il livello di energia il grado di priorità.

Spiegato a parole sembra essere molto complicato, in realtà, se osservi questo schema, il sistema risulta di facile comprensione e attuazione:

Similitudini e differenze

Al di là degli obiettivi diversi, il Bullet Journal ti insegna a vivere con intenzione mentre il GTD ti aiuta ad essere più produttivo. Entrambi i metodi hanno molte similitudini e altrettante differenze. Ma prima di andare ad analizzare praticamente come far convivere i due metodi, credo sia importante capire i punti in comune e le differenze, così da poter scegliere quello che va bene per te (magari anche mixando varie teorie).

Le attività

La prima differenza tra i due metodi riguarda come approcciarti alle attività:

  • Ryder Carrol suggerisce che per svuotare la mente in maniera efficace bisogna scrivere tutto e poi, tramite riflessione serale, ordinare eliminare o archiviare.
  • GTD invece propone di stabilire un limite temporale relativo all’attività (due minuti): se l’attività richiede meno di questo lasso di tempo allora bisogna farla subito, se richiede più tempo la puoi inserire nell’inbox. Questo perché 2 minuti è il tempo per inserire l’attività nell’inbox e quindi eseguendola subito guadagni tempo.
    Trovo che il metodo GTD sia alquanto efficace, da quando ho adottato questa filosofia non mi ritrovo più preso con tantissime piccole cose da fare ed effettivamente riesco a concentrarmi maggiormente su compiti più sostanziosi (e soddisfacenti).

Gli strumenti

Entrambi i metodi concordano sul fatto che è impossibile per la mente contenere tutte le informazioni. Ogni giorno elabori diverse migliaia di pensieri, ai quali si aggiungono altrettanti migliaia di nuovi stimoli con nuove associazioni di idee. Pensare di contenere tutto nel cervello non è fattibile, per cui bisogna aiutarsi con un “contenitore esterno”.

  • Per Carroll il contenitore è un taccuino (il Bullet Journal appunto).
  • Carr non dà precise indicazioni su quale debba essere questo contenitore. Lui suggerisce una cartelletta o una scatola, ma nulla vieta di usare il PC, il telefono o un bloc notes. Anzi, lui quasi sconsiglia l’uso di un taccuino in quanto secondo lui per ogni pensiero ci vorrebbe un foglio o un post -it singolo.

Gli obiettivi

Porsi degli obiettivi è importante per entrambe le filosofie, quello in cui differiscono sono i valori assegnati (tempo vs. quote) e il perché scegli proprio quegli obiettivi:

  • Nel metodo Bullet Journal, Carrol propone un sistema di fissare gli obiettivi secondo il metodo 5-4-3-2-1, ovvero 5 anni, 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni e 1 ora.
    Questo esercizio serve per lo più per creare una raccolta di obiettivi in modo da mantenere alta la motivazione e capire verso cosa vogliamo dirigere la nostra attenzione.
  • Nel GTD, Carr propone un sistema basato sulle quote aeree: 15’000 metri e oltre: la vita; 12’000 metri: 3-5 anni; 9’000 metri: 1-2 anni; 6’000 metri le aree di responsabilità; 3’000 metri: i progetti in corso, pista di decollo: le attività.
    Queste quote non servono tanto per stabilire degli obiettivi, ma più che altro per passare in rassegna il proprio lavoro: quest’attività che dovrei svolgere mi aiuta a raggiungere un obiettivo ad un livello più alto? Se si, allora l’attività porterà un beneficio, mentre in caso contrario l’attività ci poterà alla frustrazione in quanto non ha alcun legame con i tuoi obiettivi ed i tuoi valori.

📎 Leggi anche questo post
Obiettivi e Bullet Journal: trova le tue motivazioni, analizza le opzioni e pianifica le azioni

Come trasportare il metodo GTD al BUJO: Raccolta ed esame

Inbox e Daily Log

Il cavallo di battaglia del Bullet Journal è il Daily Log, dove vengono scritti tutti i pensieri e cose da fare, ma anche gli appuntamenti o le scadenze per quel giorno.

Il cavallo di battaglia del GTD è, invece l’Inbox che funge da deposito unicamente per i pensieri in quanto Carr si appoggia ad un’agenda per gestire gli impegni pianificati.

Tuttavia il funzionamento è simile: entrambi i contenitori raccolgono le cose da fare, i pensieri, gli impegni presi durante la giornata. Spetta poi a te riordinare tutto quanto scritto, solitamente a fine giornata.

Le raccolte

I tipi di raccolte

Per esaminare e organizzare le cose, entrambi i metodi abbracciano l’idea delle raccolte.

La differenza sostanziale che il BuJo le suddivide in principali e specifiche, mentre il GTD contempla raccolte basate più sul categorizzare il tipo di attività:

Bullet JournalGetting Things Done
Raccolte principali
Future Log – Monthly Log (- Weekly Log) – Daily Log
Progetti
Elenco dei progetti (con l’obiettivo di avere una visione di insieme)
Raccolte specifiche
Raccolte legate a singoli progetti (Vacanze, Trasloco, Nuovo sito web,…)
Prima o poi/Forse
Idee o cose da fare in futuro prossimo ma che ora non puoi/vuoi portare avanti
 In attesa
Incombenze delegate ad altri o per le quali attendi una risposta
Da fare / To do list
Compiti da svolgere separati in liste organizzate per contesto (a Casa, in Ufficio, al PC, al telefono,…)

Personalmente credo che il sistema proposto da Carr non sia molto fattibile su un Bullet Journal, perché dovresti dedicare una pagina per ogni argomento. Ciò significa che ogni volta dovresti cercare la pagina giusta per il progetto che stai seguendo.

Inoltre, come detto in precedenza il sistema GTD non contempla un’organizzazione temporale, per cui non sapresti dove inserire le scadenze o gli eventi programmati (es. appuntamento dal dentista).

Per queste ragioni, credo che il miglior modo per unire di due metodi sia quello di creare le raccolte principali come da metodo Bullet Journal, usando il daily o il weekly come indicato in precedenza e, in aggiunta, un paio di pagine specifiche secondo il GTD, ovvero la pagina “progetti” e la pagina “prima o poi/forse”:

Pagina progetti

Raccolta Progetti

La pagina progetti ha lo scopo di fornire una visione d’insieme di tutti i progetti passati, presenti e futuri.

Io l’ho strutturata identificandoli con personali o professionali (prima colonna), e aggiungendo altre colonne in coda dove indico a che stadio sono (in corso / prossimo / completo).

Se necessario, puoi anche aggiungere una colonna dove inserisci il numero di pagina in cui trovare la raccolta legata a quello specifico progetto (per esempio l’organizzazione della vacanza, il prossimo post sul blog, ecc.). In questo caso avrai un vero e proprio indice dei progetti.

Pagina prima o poi/forse

Raccolta prima o poi

Nella pagina dei Prima o poi/forse, vengono riprotate tutte quelle cose che dovresti/vorresti fare ma che non hai ancora deciso definitivamente.

Io ho deciso di strutturarla in molto semplice con un titolo e tutte  le voci, le quali vengono inserite come punto elenco.

Carr suggerisce di inserire anche una data di scadenza (da ripotare anche nel future log) in cui dovrai prendere una decisione se trasformare l’attività in un progetto o se eliminarla. Trovo che questo suggerimento sia molto utile, io al momento non ho inserito alcuna data.

In attesa e to-do

Ho invece deciso di non creare una pagina ad hoc per le cose in attesa né per i to do (liste pro-memoria), in quanto le ho integrate nel weekly o nella raccolta specifica del progetto.

Come conciliare i due metodi in pratica

Per prima cosa guarda come funziona il GTD:

Schema metodo GTD

Poi, partendo dal GTD, mantieni lo stesso flusso e domanda, ma fai alcune modifiche alle raccolte:

  • il daily log diventa il tuo inbox;
  • al posto di un’agenda esterna, usi il future log ed il monthly log;
  • le raccolte progetti e prima o poi diventano delle raccolte specifiche.

Così facendo, il flusso diventa così:

Schema come implementare il metodo GTD nel BuJo

A seconda di quale raccolta temporale usi, se un daily log o un weekly log, il metodo può essere implementato in modo differente.

  • Se usi il daily log, puoi usare la pagina anche come “inbox” del metodo GTD. Tutte le voci che scriverai, poi le riporterai nelle raccolte corrispondenti a fine serata.
  • Se invece, come me, usi il weekly log, utilizzando due pagine affiancate puoi integrare la gestione del flusso di lavoro di entrambi i metodi.

📎 Leggi anche questo post
Visione settimanale vs. diario giornaliero (weekly spread vs. daily log): scegli il sistema perfetto per il tuo Bullet Journal

Come vedi qui sotto, io che uso il weekly, ho optato per una versione ibrida dove a destra sono segnati i giorni, mentre a sinistra uno spazio vuoto ad uso inbox delle colonne per “smistare” le cose durante la riflessione serale.

Il vantaggio di questo layout è che riesci ad avere una visione settimanale, per cui volendo la riflessione puoi effettuarla una volta alla settimana (come suggerisce Carr).

Weekly + Inbox Overview

Verifica: La Riflessione

  • Nel Bullet Journal esistono tre tipi di riflessioni: quella giornaliera, quella mensile e quella annuale.
  • Nel GTD invece viene proposta una riflessione settimanale e, dato che si tratta di un metodo usato più in ambito professionale, suggerisce di farla il venerdì pomeriggio. Carr non esclude tuttavia di inserire altri tipi di riflessione periodica ma senza fornire esatte indicazioni, perché secondo lui ognuno dovrebbe stabilire un termine secondo il modo in cui si organizza.

Fare: Prossimi passi vs. Sprint

Il Metodo Bujo propone di scomporre i progetti per sprint, mentre il punto di partenza del GTD è chiedersi sempre qual è il prossimo passo da compiere.

Trovo che il sistema GTD sia ottimo per dare il calcio d’avvio. Se hai un progetto a cui devi lavorare e non sai bene come approcciarti, porti questa domanda potrebbe chiarirti le idee, tuttavia per progetti complessi identificare da subito gli sprint ti aiuta a mantenere alta la motivazione e avere una road map chiara e definita.

Per esempio, nel mio progetto della tesi che sto seguendo per il corso WPM, ho integrato i due progetti dapprima suddividendo il progetto in sprint e per decidere come continuare mi sono posto la fatidica domanda.

📎 Leggi anche questo post
7 consigli per creare to do list (lista di cose da fare) che funzionano davvero

E adesso tocca a te!

In questo lungo post ti ho mostrato come trasportare il metodo GTD sul tuo Bullet Journal, cercando di applicare entrambe le filosofie pur mantenendo una struttura chiara ed agile. Questo però non ti impedisce di apportare delle modifiche: puoi per esempio restare più fedele al Bullet, non usando le liste “in attesa” o “to do” nel weekly, oppure puoi decidere di applicare il GTD alla lettera, scorporando la parte temporale dal Bullet per esempio usando solo il future log e riportando gli appuntamenti a breve in un agenda (magari sul cellulare).

Se, invece stai cercando un’alternativa ancora più semplice, ma che si avvicina molto al GTD, puoi provate il Zen to Done.

Se hai domande o semplicemente vuoi farmi sapere com’è andata commenta pure qui sotto.

Nel bullet journal il food log è una raccolta specifica che riguarda tutto quanto è legato al cibo e che ti può aiutare a migliorare il rapporto con esso. Generalmente con food log si intende sia la pianificazione dei pasti sia il tracciamento di quello che si è mangiato. In realtà, come vedremo più avanti, questa raccolta può contenere altri elementi.

In questo post ho pensato di focalizzarmi principalmente sulla creazione di menu, perché è una pratica che porto avanti da oltre 5 anni e che mi ha dato grandi vantaggi su tre fronti: varietà, economia ed equilibrio.

ATTENZIONE: i consigli qui riportati sono da considerarsi a carattere generale e basati sulla mia esperienza personale. Prima di modificare radicalmente le tue abitudini o intraprendere un nuovo regime dietetico rivolgiti ad un medico specializzato per accertarti che non ci siano controindicazioni.

Varietà: cosa mangio a pranzo / a cena?

Carota, formaggio, pane, carne

Cosa mangio oggi? È la classica domanda che ti poni quando si avvicina l’ora del pasto. Di solito rimedi sui soliti 3-4 piatti veloci, conosciuti e sperimentati. Per esempio il classico piatto di pasta o il petto di pollo con qualche verdura. Quando poi la pigrizia prende il sopravvento o sei completamente a corto di idee, quello è il momento in cui si passa al cibo precotto. Tralasciando per un secondo il fattore dieta equilibrata (ne parlerò fra qualche paragrafo) a mio modo di vedere così facendo si perdono due aspetti importanti legati al cibo:

  • Il primo è l’impossibilità di provare consistenze, abbinamenti e piatti nuovi. Per esempio, io ero convinto che non piacesse la zucca, poi ho assaggiato il risotto, sono passato al gratin e infine alla zuppa. Voilà, ora mangio la zucca.
  • Il secondo riguarda la preparazione dei piatti e lo sperimentare: come posso preparare questo alimento, quanto ci mette a cuocere, con cosa sta bene? Una volta ho provato a fare le patate dolci e ho scoperto che cuociono come le patate ma sono molto dolci, per cui vanno bene in purea, ma vanno abbinate con una salsa piuttosto acida.

Preparare un menu ti aiuterà quindi a migliorare la varietà dei piatti che mangi e, magari, anche a sperimentare qualche ricetta nuova.

Economia: Risparmiare un bel po’ di soldi

Carne, formaggio, pane, carota, salvadanaio

Ogni anno i giornali pubblicano almeno un articolo sullo spreco alimentare. Una ricerca del 2020 ha stimato che mediamente ogni persona butta nei rifiuti circa 90kg all’anno di alimenti ancora commestibili (in soldoni 90 kg corrispondono a circa 600 fr. / 500 €).

Ma come è possibile? È presto detto: se pensiamo ai nostri pasti con porzioni abbondanti e avanzi che non possono essere più mangiati, maxi confezioni comprate perché in offerta o alimenti acquistati con la previsione di… ma che poi giungono a scadenza, ecco che i 90 kg vengono raggiunti facilmente.

Non solo, l’industria alimentare ci ha anche fornito cibi preconfezionati che io chiamo “fake” perché in realtà sono realizzabili anche in pochi minuti spendendo ¼ di quanto costa già pronto (pensiamo agli spatzle o al puré).

Intendiamoci, non è che stilare un menu ti farà diventare ricco, però è possibile comunque risparmiare qualche soldo che ti consentirà di concederti qualche vizio.

Equilibrio: mangiare un po’ di tutto

Cibo in equilibrio: formaggio e carota vs. pane e carne

Questo punto è strettamente correlato alla varietà. Da quando smettiamo di assumere il latte materno, dobbiamo infatti fornire al nostro corpo tutti i nutrienti necessari affinché possa funzionare al meglio. Nei bambini questo punto è ancora più importante per crescere in maniera sana.

Come fare quindi per includere tutti gli alimenti e nelle giuste dosi? Grazie alla piramide alimentare.

Food Log nel Bullet Journal

Dopo una breve panoramica sui vantaggi e prima di andare nello specifico della creazione di menu, vediamo nel dettaglio da cosa è composto un food log.

Scopo del food log è aiutarti a migliorare il rapporto con il cibo e, come per tutte le raccolte, spetta a te decidere cosa vuoi includere in base alle tue necessità.

Se vuoi allestire un semplice menu per un pasto o tenere traccia di quello che hai mangiato, puoi inserire solo una piccola sezione nello spread settimanale, come facevo io l’anno scorso:

Weekly Spread con Menu in basso a sinistra

In alternativa, puoi decidere di dedicare un’intera pagina del bullet journal in cui inserirai tutti i vari pasti. Questa è la soluzione ottimale se devi tracciare tutti i pasti o se desideri pianificare a medio termine (tutto il mese):

Esempio menu 15 giorni (orizzontale)
Esempio di menu di 15 giorni in formato orizzontale

Ricordati che il menu può essere personalizzato: per esempio, se desideri valutare quanto spendi, inserisci una colonna con i costi. Sei a dieta e devi tenere traccia delle calorie, aggiungi una colonna con questo dato. Se stai cercando di includere tutti i tipi di alimenti, crea un tracker in cui indichi a quale gruppo appartengono gli ingredienti del tuo piatto.

Come ti accennavo all’inizio, il food log non si limita al solo menu, puoi infatti creare anche altre pagine più generali: l’elenco delle ricette, l’inventario del frigo, del congelatore o della dispensa, un habit tracker per il consumo di acqua, un elenco dei ristoranti in cui sei stato o in cui desideri andare prossimamente, una pagina con la piramide ed i consigli alimentari generali, un tracker del peso. Qui ti riporto alcuni esempi:

Suggerimenti per creare il tuo menu

Usa la piramide alimentare

Questa sarà la tua base, la tua mappa, da cui potrai partire per creare il tuo menu.

Di piramidi alimentari ne esistono diverse versioni, alcune mettono i cereali in basso, altre le verdure, altre l’acqua. Secondo il mio modesto parere me poco importa quale sia la piramide scelta, visto che i gradini più in basso sono alimenti di cui abbiamo bisogno in grandi quantità. Per me l’importante è rispettare questi due principi:

  1. Riuscire ad includere TUTTI i gruppi di alimenti. Se non giornalmente, almeno settimanalmente;
  2. Limitare il più possibile i cibi pre-confezionati, ma acquistare le materie prime e lavorarle personalmente.
Schema piramide alimentare

Crea la prima bozza di menu

La prima fase consiste nel valutare se ci sono esigenze particolari, se vi sono dei giorni speciali (compleanni, feste,….) e se esistono altri menu di cui tenere conto (come la mensa aziendale, il menu scolastico). Prendi nota di questi punti fermi perché ti serviranno per cercare di avere un menu bilanciato, evitando gli alimenti già mangiati durante il giorno. Per esempio, se a pranzo in mensa c’è la pasta, la sera eviterai i carboidrati. Se sai che sabato sera hai una cena con gli amici, a pranzo cercherai di stare leggero.

La finitura

Quando avrai finito la prima bozza, riguarda il menu nel suo insieme e controlla che siano rispettati i principi della varietà e dell’equilibrio.

  • Hai inserito tutti i gruppi alimentari?
  • Ci sono alimenti che si ripetono lo stesso giorno (p.es. pasta al sugo a mezzogiorno e polpette con il sugo la sera)?
  • Hai tenuto conto di tutti i punti fermi?

Mi raccomando: non dimenticarti di inserire piatti che piacciano un po’ a tutti i membri della famiglia.

Alcuni consigli per creare il tuo menu

  • Crea una pagina con l’elenco delle ricette
    Scegliere cosa mangiare ti sarà più facile se crei una pagina con le ricette che sai cucinare e i riferimenti dove trovarli (libri/siti ecc.);
  • Stila il menu la domenica
    Se imposti il menu settimanalmente, la domenica sera è un buon momento per svolgere questo compito, così lo puoi abbinare al resto della pianificazione settimanale.
  • Crea subito la lista della spesa
    Oltre a stilare il menu, scrivi subito la lista della spesa per la settimana magari dividendola già per giorni. Risparmierai un sacco di tempo.
  • Lasciati ispirare
    Se non hai molta fantasia (capita anche a me) internet, Pinterest e giornali di cucina, sono una fonte inesauribile di idee.
  • Usa un modello
    Prima di riportare il menu sul tuo BuJo, usa un modello di menu (vedi sopra) e dei post it. Ti resterà anche una copia del menu sempre sott’occhio, per esempio appendendolo in cucina.

!! Ricordati di includere tutti i gruppi di alimenti

✏️ Puoi salvare questa immagine e utilizzarla come modello.

E ora tocca a te!

Grazie al Food Log puoi pianificare cosa mangiare grazie al menu, tenere traccia delle calorie o di quanto spendi, fare l’inventario del congelatore o della dispensa. Insomma, potrai migliorare la tua vita iniziando proprio dalla cosa di cui abbiamo più bisogno: il cibo.

Ma ricordati di non “mettere troppa carne al fuoco”: inizia da qualcosa di semplice come pianificare il menu settimanale per poi aggiungere altre pagine che ti possono tornare utili.

Il Bullet Journal lo uso per i miei compiti quotidiani: annotarmi gli impegni, i menu settimanali, i temi e i post per il Blog, liste to do, per fare Brain Dump o tenere traccia di un’abitudine per raggiungere un obiettivo.

Eppure questo semplice taccuino può essere veramente versatile e, con un po’ di impegno e un po’ di apertura mentale, puoi usarlo un po’ per tutto, anche al lavoro o, perché no? Usarlo proprio per cercare un nuovo lavoro!

Visto il successo del Finance Log, altra raccolta molto specifica, ho pensato di scrivere un post proprio per aiutarti a cercare un nuovo lavoro. Mai come in questa occasione credo che il metodo mostri la propria essenza permettendoti di focalizzare l’attenzione su ciò che è importante per te.

Obiettivo: trovare un lavoro

Cambiare e cercare lavoro è impegnativo e richiede parecchio sforzo. In un qualche post o articolo ho letto che per alcuni è addirittura paragonabile ad un trasloco. Effettivamente cambiare professione ci fa uscire dalla nostra comfort zone e ci mette in una posizione di vulnerabilità (nuove persone, nuove sfide, nuovi colleghi) ma, parallelamente, ci permette di crescere e di migliorarci. Soprattutto dopo un no, spesso si rivedono le proprie strategie e si cerca sempre di fare un passo più in là, talvolta anche in direzioni diverse da quelle che avremmo immaginato.

Tutto questo deve essere fedelmente riportato nel Bullet Journal, solo così potrai effettivamente riuscire a “tenere traccia del passato, ordinare il presente e pianificare il futuro”, anche se riguarda “solo” la carriera. Il set up per il BuJo quando si cerca lavoro è sicuramente impegnativo, in quanto richiederà diverse pagine (nel mio esempio sono 4) ma sarà un prezioso alleato che ti farà comprendere quanta strada hai fatto.

Partiamo quindi con il nostro set up!

Primo pass: Audit con check list e brain storming

La prima cosa da fare è definire da dove parti e dove vuoi arrivare, si tratta quindi di fare quello che in termine tecnico si chiama audit per poi chiarire i tuoi obiettivi.

Per fare questo puoi utilizzare due metodi: una lista e un brain storming.

Inizia dalla lista, ovvero crea una check list. Qui inserirai tutto quello che abbiamo bisogno per inviare una tua candidatura ad un potenziale datore di lavoro:

  • Curriculum Vitae aggiornato
  • Lettera di motivazione
  • Certificati di studio
  • Certificati di lavoro
  • Altri diplomi (formazione continua, corsi online,…)
  • Altri documenti rilasciati da istituzioni (copie documento identità, estratti vari,…)
  • Documenti di portfolio (fotografie, progetti, schizzi, esempi di articoli di giornale, …)

Visto che oggigiorno il 90% delle candidature vengono presentate online e i tempi si sono fatti più stretti (ho visto concorsi pubblicati il venerdì sera e chiudersi alla domenica!) è importante sapere anche dove sono archiviati tutti i documenti, in modo da averli subito a portata di mano.

Questo è il mio esempio di check list:

Check List documenti

Passiamo poi alla fase di brain storming, dove esaminerai tutti i punti sui quali andrai poi a costruire la tua candidatura. Si tratta di fare un elenco di voci riguardo a chi sei, cosa desideri e chi dovrebbe essere il tuo futuro datore di lavoro.

  • Chi sei tu
    Scrivi il tuo « perché » e la tua storia, i tuoi valori, le tue abilità e competenze (le hard e soft skills), i tuoi interessi e hobby, 3 punti positivi e 3 punti negativi, insomma tutto quanto ti potrebbe aiutare a svolgere al meglio le mansioni del tuo futuro lavoro.
  • Cosa desideri
    Pensa al lavoro dei tuoi sogni, come sarebbe? Cosa ti piacerebbe fare? Pensa ad una giornata tipo, pensa ad un luogo e a delle facce. Cosa ti appassiona? Cosa ti entusiasma? Cosa, del lavoro che hai ora o che hai appena lasciato, non ti piaceva? Chi o che cosa cosa cambieresti?
  • Il tuo datore di lavoro
    Quali sono le tue aspettative? Che azienda stai cercando? Grande o piccola? Locale o internazionale? Quanto deve essere vicina a casa? Sei favorevole all’home office o vuoi avere il tuo ufficio? Sei disposto a viaggiare? A cosa non potresti rinunciare mai? Tutte queste domande sono importanti perché ti consentono di mettere a fuoco eventuali punti su cui non sei disposto a scendere a compromessi.
Punti candidature

In questa fase è importante inserire tutte le idee che ti vengono in mente, è un vero e proprio brain dump tarato sulla tua carriera. Dopo aver messo nero su bianco tutto quanto, concediti una pausa, poi inizia a riordinare le idee: puoi aiutarti con una seconda check list, oppure puoi optare per una mind map.

Questo lavoro, all’apparenza superfluo, serve in realtà a chiarire chi sei e cosa vuoi e fungerà da bussola tornasole, o come dice Simon Sinek, sarà il tuo test del Sedano.

La parte operativa: usiamo un tracker

Ultimata la fase di audit, ora sei pronto per iniziare la nostra ricerca di lavoro, ma prima è necessario costruire un tracker che ti aiuti a tenere traccia delle candidature, soprattutto quando se ne inviano parecchie, ma anche per non fare confusione tra le varie posizioni a cui aspiri.

A seconda dei tuoi gusti, puoi scegliere una tabella più o meno semplice (ricordati però che più elementi inserisci, più dovrai spendere tempo a riempirla).

Io ho optato per una variante semplice con poche informazioni:

Azienda   /    Posizione   /   Persona di contatto   /   Inviato il   /   Risposto   /   Colloquio   /   Osservazioni

Tracker Candidature

Hai individuato una posizione che ti interessa?

Fantastico, allora valuta se corrisponde alla tua persona, ai tuoi desideri e al tipo di datore di lavoro, sfruttando le informazioni che hai riportato nell’audit iniziale.

Attenzione: sappi che non esiste il lavoro perfetto, per ogni posizione ci saranno uno o più elementi con i quali dovrai scendere a compromessi, pondera bene a cosa puoi rinunciare e a cosa no.

La preparazione al colloquio

Dopo aver inviato le tue candidature, prima o poi (si spera più prima che poi) ti arriverà la fatidica chiamata al colloquio, l’occasione in cui ci si conosce con il recuiter e/o il futuro superiore. Sulla base di chi condurrà il colloquio puoi trovarti ad affrontare domande più legate alla tua persona oppure più tecniche legate al lavoro che svolgerai.

Anche per prepararti al colloquio ti potrai appoggiare al lavoro fatto in precedenza con l’audit. Online si trovano, infatti, tantissimi siti che propongono domande tipo e che illustrano il processo, il mio consiglio è di visitarne un paio e prepararti su quelle domande, sfruttando le informazioni che già possiedi. Puoi anche decidere di dedicare alcune pagine ad esse sul tuo Bullet Journal, dove annoterai domande e le relative risposte.

Se riuscirai a catturare l’attenzione (e te lo auguro, proseguirai il processo di selezione con uno o due colloqui. Anche per la preparazione di questi nuovi incontri puoi usare lo stesso procedimento.

Altri usi/sezioni

Fino a qui ti ho mostrato come applicare un metodo per cercare lavoro e lo abbiamo adattato al BuJo, in realtà, le possibilità di utilizzo sono infinite:

  • Puoi creare una sezione di “riassunto” del tuo CV (tipo mappa mentale) da utilizzare come aiuto durante il colloquio. (Una volta, in passato, ho fatto così ed è stato molto apprezzato.)
  • Crea uno spazio per le tue riflessioni, dopo una risposta negativa a colloquio terminato, così facendo saprai cosa migliorare la prossima volta;
  • Se usi LinkedIn, crea un tracker per i tuoi post legati alla tua attività lavorativa;
  • Appuntati notizie interessanti relative al tuo settore e che potrebbero farti comodo nel corso di un intervista.

E ora tocca a te!

Come vedi il bullet journal è un supporto altamente versatile che può tornarti utile anche quando desideri una nuova sfida professionale. In questo post ho illustrato alcune idee per organizzarti e non perderti tra concorsi, candidature, risposte e colloqui con la speranza che questi consigli ti aiutino a trovare presto il lavoro dei tuoi sogni.

Se hai delle domande, o se vuoi condividere la tua esperienza nel cercare lavoro con il Bullet commenta qui sotto.

Buona ricerca!

Siamo alla fine di un altro anno. È tempo di stilare un bilancio dell’anno appena passato e di valutare cosa desideri per il nuovo anno. Le intenzioni espresse che ogni anno facciamo, purtroppo si perdono ma man mano che il tempo passa, inghiottite dal solito tran tran della vita.

Io, invece, ho trovato un modo semplice per tenere vivi i propositi e cioè dedicando l’anno ad un’unica parola e creando una vision board ad essa legata. In realtà è più facile a farlo che a spiegarlo. Vediamo come!

Trova la tua parola dell’anno

Per trovare la tua parola, puoi iniziare a pensare all’anno appena passato e a quello che verrà:

  • Cosa ti è mancato o avresti voluto avere di più?
  • Quali sono le tue aspettative?
  • Hai un sogno o uno obiettivo da realizzare?

Puoi fare un brain dump e annotarti tutti questi pensieri (ma anche altri che ti vengono in mente). Una volta che hai finito, cerca di trovare un parola che colleghi tutti gli elementi che hai riportato.

Sono oramai diversi anni che dedico una parola per il mio anno che verrà ed è una pratica molto utile perché ti fornirà un punto di vista da cui guardare le cose che ti capiteranno durante i prossimi 365 giorni. Spesso si cerca di trovare un significato dietro a quello che succede, ma alla fine non lo si trova, grazie alla tua parola, potrai avere una chiave di lettura di quello che ti accade.

Il primo anno (2019) ho scelto la mia parola, EQUILIBRIO, ma mi sono limitato a tenerla a mente.

Il secondo (2020) ho rappresentato la parola, CAMBIAMENTO, con un doodle:

Nel 2021, ho poi deciso di andare ancora più in là, realizzando una vision board fatta a collage basata su una parola, ovvero imparare. L’anno seguente, il 2022, avevo scelto come parola evoluzione e modificando un po’ il layout. Stesso layout per il 2023, anno dedicato a riunire i pezzi della mia vita, e nel 2024 a tema divertimento.

Cos’è una Vision Board

In italiano si chiama tavola delle visioni ed è un foglio, una lavagna o una pagina nel tuo Bullet Journal dove sei libero di rappresentare visivamente un obiettivo, intenzione o un progetto, affidandoti a parole, disegni o fotografie. Quando, invece, rappresenti un tuo sogno, si parla di dream board.

L’idea si basa sulla legge dell’attrazione, secondo cui i pensieri e le credenze influenzano le tue esperienze e ciò che ti accadrà in futuro. Una vision board ti mostrerà cosa puoi diventare e ti fornirà la motivazione per andare avanti e raggiungere gli obiettivi, contando sull’aiuto dell’universo.

Al di la delle credenze sulle leggi dell’universo, realizzare e avere a portata di mano questo strumento è utile perché ti aiuta a mantenere il focus su quello che desideri, alimenta la tua motivazione nei momenti di sconforto e ti permette di prendere decisioni più facilmente, in quanto in caso di dubbio la risposta sarà quella che si allinea più alla tua visione.

Come realizzare una vision board

  • Quando hai scelto la tua parola, riprendi il tuo brain dump e prova a collegare i tuoi appunti a delle immagini: nel mio caso, mi viene in mente un’aula scolastica, libri, puzzle, un cantiere, scrivere,…
  • Prova a digitare la tua parola in Google, cerca un hashatag di Instagram o fai una ricerca su Pinterest e Facebook e guarda quali voci ed immagini appaiono. C’è qualcosa che ti ispira particolarmente? Cerca anche su riviste o libri e ritaglia immagini, parole, lettere, simboli.
  • Ecco, ora che hai raccolto tutti gli elementi puoi iniziare a crearla. Scegli come rappresentare la vision board: puoi dividere la pagina a sezioni o aree (se hai più obiettivi) oppure puoi scegliere una sorta di mappa mentale.
  • Ricordati che la parte centrale è quella più importante, la parte in cui scriverai o rappresenterai la tua parola dell’anno. Poi inizia a disporre gli altri elementi partendo dal più grande (e che dovrebbe essere il più importante) procedendo verso gli elementi più piccoli. In ultimo, puoi scrivere dei termini correlati o disegna dei doodle come riempitivo degli spazi vuoti.
  • Nel 2021 ho voluto sperimentare e ho creato una mappa mentale unendo scritte, immagini e doodle:

Li per li mi era sembrata una idea fantastica, ma ripensandoci oggi devo fare un po’ di autocritica: non mi è servita un granché.
Alla fine ho semplicemente inserito delle immagini che mi riportavano alla parola dell’anno e che mi ricordassero perché avevo scelto quella parola. Ma nulla di più. Non mi ha ispirato, non mi ha spronato a migliorarmi… mancavano insomma gli obiettivi.

Visto che non è nella mia natura accontentarmi, e dato che per il 2022 avevo scelto come parola evoluzione, ho deciso di apportare alcune modifiche. Ho lasciato testi e doodle (sono anche un mio carattere distintivo), ma via le immagini incollate e i riferimenti al perché. Ho invece individuato cinque aree (lavoro e carriera, famiglia, finanze, blog e crescita personale, mente e corpo) all’interno delle quali ho inserito degli obiettivi da raggiungere:

Vision Board 2022 con le aree: famiglia, mente e corpo, crescita personale, lavoro e carriera, blog, finanze

Dopo i cambiamenti avuti nel 2022 (principalmente in ambito lavorativo), nel 2023 ho sentito il bisogno di mettere un po’ in ordine nella mia vita, per cui come parola ho scelto RIUNIRE, mantenuto il layout con spazio per scrivere i miei obiettivi:

Una volta aver ripreso in mano le redini della mia vita (non solo lavorativa, ma anche il blog stesso) ecco che per il 2024 ho bisogno di un po’ di leggerezza, per cui la mia parola è DIVERTIMENTO. Ho, tuttavia, scelto la versione inglese ENJOY, perché racchiude significati più ampi oltre a divertirsi. La parola può voler anche dire fruire, gustare, godere, gradire, provare piacere. Il layout è sempre quello con spazio per scrivere i miei obiettivi:

E ora tocca a te: realizza i tuoi sogni!

Che sia una vision board decorativa, o più motivante l’importante è che rispecchi chi sei tu e che cosa ti aspetti dal nuovo anno. Se poi fai qualche errore (come me) basta prenderne nota per l’anno che verrà.

Un’ultima cosa molto importante: ricordati di averla sempre a portata di mano! Se usi un foglio o una lavagna, appendila in un luogo in cui la vedi spesso (p.es. accanto allo specchio del bagno, così sarà la prima cosa che vedi al mattino e l’ultima della sera). Se la crei sul tuo Bulle Journal mettila in un posto strategico, p.es. dopo il future log o dopo l’indice.

Torna periodicamente a guardare la tua vision board per ricordarti i buoni propositi espressi e per eventualmente aggiornarla: Ci sono obiettivi che hai raggiunto? Stralciali e rimpiazzali con altri.

Per questo ultimo post del 2021 è tutto… In bocca al lupo per questo anno nuovo!

Tra pochi giorni sarà il 1 dicembre e il countdown verso il natale sta per iniziare.

Come ogni anno, gli impegni si moltiplicheranno man mano che la fatidica data si avvicina e per fortuna che abbiamo il Bullet Journal a sostenerci ed agevolarci la vita in questo periodo frenetico.

Il Christmas Bullet Journal (o bullet journal di natale) ci permette non solo di vivere il periodo con più intenzionalità, ma di arricchire il bullet con tante idee di temi natalizi e usi per l’avvento e le feste di fine anno.

In questo post ti fornirò tanti spunti di layout di Natale (anche chiamati Christmas spread): iniziamo da alcune idee per la cover page, poi per le pagine di pianificazione e, infine, alcuni spunti per delle raccolte specifiche.

Christmas Cover Page

Non ho mai davvero capito l’utilità delle cover page e, per questa ragione, ho iniziato solo durante questo ultimo anno a crearle perché avevo bisogno di rilassarmi e prendere coscienza che un nuovo mese sta per iniziare.

Pagine di pianificazione / planner

Per iniziare a dare un tocco natalizio a queste pagine, onnipresenti durante tutto l’anno, basta aggiungere delle decorazioni a tema.

Monthly & weekly log

Lasciamoci alle spalle i noiosi monthly log e weekly spread minimal e lineari e aggiungiamo un tocco natalizio ai nostri piani mensili e settimanali:

Habit tracker

Anche negli habit tracker il tema Natale è presente con decorazioni o colori come il rosso, il verde e il giallo:

Il Gratitude Log

Per quest’anno, durante il periodo dell’avvento, ho deciso provare un nuovo tipo di tracker: il Gratiutide Log. Questo diario della gratitudine consiste nel segnare ogni giorno un elemento vissuto per il quale sei particolarmente grato, come un gesto che hai fatto o hai ricevuto, un dono, un complimento, un momento di felicità. Io ho deciso di trovare un elemento ma, volendo, si possono indicare più voci. Inoltre, non c’è un giusto o sbagliato per cui esser grati: l’unico metro è qualcosa che ti ha fatto stare bene.

Perché tenere un gratitude log?

Riassumendo in parole spicce, il nostro cervello tende (purtroppo) a ricordarsi più frequentemente dei fatti negativi, rispetto a quelli positivi. Questo fenomeno si chiama negative bias. Grazie al gratitude log, notando uno o più aspetti positivi, possiamo aiutare a rinforzare i pensieri positivi.

Ed ecco il mio Gratitude Log per il Natale 2021:

Foglio che esce da busta

Mood tracker

Anche mood tracker per dicembre si ispirano al periodo di natale. Qui un esempio fatto a tema ghirlande:

Credit IG @_myjournaltherapy_

Raccolte di Natale

Christmas bucket list

Con il temine inglese “bucket list” si intende una lista dei desideri di esperienze/cose da fare prima di una determinata scadenza, in questo caso prima di Natale. Nel corso di quest’anno ho iniziato anche a fare una “summer bucket list” che ho postato all’inizio dell’estate sul mio account IG.

Per il 2020 avevo inserito i miei desideri in una boccia, mentre per quest’anno ho deciso di far schizzare fuori i desideri da un pacco regalo:

Calendario dell’avvento

Un calendario dell’avvento nel tuo Christmas Bullet Journal? Certo che si!

Ammettiamolo, siamo sempre un po’ invidiosi dei nostri figli che possono ancora aprire spensieratamente le finestrelle nel calendario dell’avvento. Ma, udite udite, finalmente possiamo averne uno tutto nostro in versione adulta. Notizia ancora più bella: non è detto che dobbiamo accontentarci di un solo tipo!

Se ti piace disegnare, basta disegnare delle caselle e riempirle con un doodle a tema ogni giorno.

Per quest’anno ho scelto di crearlo come se fosse una slitta che porta tanti doni:

Mentre questa è la mia versione a forma di strada fatta per il 2020:

In alternativa puoi disegnare una ghirlanda, o un albero di natale o delle decorazioni e poi colorarne una ogni giorno:

Credit IG @definitelybeautiful_bujo

Liste

Lista dei regali

Secondo me, una delle raccolte che non può mancare in un Christmas Bullet Journal sono le liste dei regali e le liste degli auguri.

Quante volte, passando davanti ad una vetrina, hai pensato “ecco, questo è il regalo perfetto per la mamma”, oppure un post su Instagram ti è arrivata l’ispirazione per il regalo per il tuo migliore amico?

Senza contare che, se non hai una lista di quelli da fare e già acquistati, ogni sera ti ritrovi a fare l’inventario di cosa hai e cosa no.

Ma ora il problema è risolto: basta crea una lista per i regali scegliendo tra uno schema minimal a tabella, oppure a disegni (buste, etichette, calze o regali)…

Trucco: puoi creare una pagina simile a questa dove riporti quali sono i tuoi desideri. Poi, casualmente, lascerai il tuo bullet in bella vista con questa pagina aperta, così che la tua famiglia possa prendere spunto. Attenzione però: non mettere la lista dei regali per altri e la tua whish list successive…

Lista delle cartoline

Come per i regali, anche la lista degli auguri, per chi invia cartoline può essere utile in un Christmas Bullet Journal. Anche qui o tramite tabella o disegnando una bella cartolina.

Credit IG @whoopsitshannah

To do list

Ma quante cose da fare abbiamo da fare a dicembre?

Organizzarsi con una o più to do list è il modo migliore. Con il periodo denso una pagina non basta più, ecco allora che un layout su doppia pagina può aiutarci ad organizzare le cose da fare in base agli impegni:

  • Biscotti di Natale
  • Pranzo di Natale
  • Festa Capodanno
  • Festa fine anno
  • Settimana Bianca

Se due pagine non ti bastano, o se per qualche impegno hai bisogno di più spazio, basta creare una raccolta ad hoc.

Credit IG @azaleine_

Playlist

Playlist natalizie? Perché no!
Dalle canzoni preferite, fino ai film da vedere (o rivedere), passando per i libri o le storie… Tutto questo trova spazio nel tuo bullet journal.

E ora tocca a te: Crea il tuo Christimas Bullet Journal!

Dopo questa carrellata di idee per il tuo Christmas Bullet Journal , ora puoi creare raccolte ad hoc per ogni aspetto legato alle festività. Ma mi raccomando, non esagerare!  Soprattutto in questo periodo denso, il Bullet Journal deve essere d’aiuto e non un peso.

Tu hai già iniziato ad impostare il tuo bullet  di Natale? Sai già quali raccolte speciali inserirai?

Il Finance Log, nel Bullet Journal, è una pagina dove annotare le proprie spese.

Anche sul sito ufficiale se ne parla, ma io non ho mai davvero capito a cosa realmente possa servire: perché dovrei impiegare il mio tempo per segnare tutte le spese?
A cosa mi servono questi dati?

Siccome non è nella mia natura lasciar correre, ho deciso di scrivere un post che trattasse di gestione delle finanze in cui il finance log potesse avere una reale utilità. L’idea mi è venuta dopo avere letto diversi articoli sul concetto di benessere finanziario e del reverse budget, due termini molto usati negli Stati Uniti.

Cos’è il benessere finanziario

Il concetto di benessere finanziario (financial well-being) è molto diffuso negli Stati Uniti, dove addirittura esiste un organo statale, chiamato Consumer Financial Protection Bureau (CFPB), che ha cercato di darne una definizione. In generale, il benessere finanziario si misura con la sicurezza finanziaria e la libertà finanziaria rispetto al presente e al futuro:

Financial well-being

Chiaramente ci sono alcuni fattori che contribuiscono a sentirsi bene finanziariamente, come il contesto socio economico, la personalità e l’attitudine delle persone, capacità ed esperienza, i comportamenti, le possibilità di cambiamento.

Il nodo della questione: entrate ed uscite

Al di la del fatto che sentirsi finanziariamente bene sia una questione personale, bisogna comunque affidarsi ai dati per poter valutare la situazione attuale, per lo meno dal punto di vista della sicurezza, presente e futura.

Io credo che le prime due domande nella riga sicurezza, siano fondamentali e che una risposta affermativa costituisca la base di una buona gestione personale delle finanze. Per questo oggi ci concentriamo su come poter rispondere SI a questi due quesiti.

Per prima cosa abbiamo bisogno di dati. Fortunatamente non si tratta di tanti dati, ma solo di due metriche definite:  le entrate e le uscite.

Questi due dati devono essere in equilibrio e, idealmente, le prime devono essere maggiori delle seconde. Quindi se vuoi essere stabile finanziariamente è necessario che guadagni più di quanto spendi.

Per spendere meno di quanto si guadagna ci sono due opzioni:

  • Aumentare il guadagno;
  • Ridurre le spese.

Per la maggioranza di noi la prima ipotesi è da scartare a priori vuoi per motivi di tempo o di disponibilità sia personale o dell’azienda, per cui bisogna concentrarsi sulla seconda opzione. Per fare questo, facciamoci aiutare dal metodo del Reverse Budget e dal Finance Log.

Il metodo Reverse Budget per riuscire a risparmiare

Uno dei modelli più accreditati per la gestione delle finanze, si chiama “reverse budget” (budget contrario), il quale si concentra più sul risparmio che sulle spese.

Il limite di questo metodo è che si concentra troppo sul risparmio poco sulle spese.

Non ti fa, infatti, vedere come spendi i tuoi soldi e quindi non puoi valutare cosa eventualmente tagliare per migliorare la tua situazione.

Come si fa a far quadrare i conti  se si decide di tagliare arbitrariamente una % della propria entrata da destinare al risparmio? A cosa dovrò rinunciare? E quello a cui rinuncerò, sono sicuro che non sia indispensabile?

Capire quali spese tagliare in tre mosse: fotografa-ottimizza-accantona

Per poter apportare dei miglioramenti dobbiamo adottare un approccio per step:

  • Fotografa: capisci come spendi i tuoi soldi (grazie al Finance Log)
  • Ottimizza: apporta le necessarie modifiche
  • Accantona: destina una parte al risparmio

Step 1 – Scatta una foto (con finance log)

Il primo passo, per effettuare un’analisi e valutare quali spese diminuire o tagliare, è necessario avere una fotografia della situazione attuale. E qui, finalmente, entra in gioco il Finance Log: l’habit tracker per le finanze serve appunto per avere in chiaro come spendiamo i nostri soldi in un dato periodo di tempo (solitamente un mese).

L’esempio più semplice ed immediato di finance log è a forma di tabella, che possiamo facilmente riempire con tutte le voci e gli importi.


La scelta delle categorie

Le categorie che inserirari nel tuo finance log, ti serviranno in seguito per poter fare un’analisi dettagliata, per cui bisogna sceglierle accuratamente. Troppe categorie rischierebbero di rendere il processo troppo laborioso, troppe poche ti porterebbero a fare un’analisi approssimativa.

Le seguenti categorie potrebbero essere un giusto compromesso e adatte per chiunque:

  • Affitto e bollette
  • Shopping
  • Salute e cura della persona
  • Alimentari
  • Veicoli e trasporti
  • Svago e tempo libero
  • Lavoro
  • Vari e diversi

Ti suggerisco comunque di valutare se ci sono altre categorie rilevanti per te. Per esempio se hai tanti animali domestici ed i costi costituiscono una fetta importante del tuo budget puoi separarli dal resto oppure se possiedi casa magari desideri separare i costi della casa dal resto (interessi, ammortamento, lavori, …).


Una volta annotati tutti i dati, si possono sommare tutte le cifre delle singole categorie, così da avere un set di dati su cui lavorare. Per aiutarti e riuscire a visualizzare meglio le tue spese, puoi trasformare il finance log in un grafico. Io ho scelto di rappresentare le varie categorie tramite istogrammi, ma puoi anche optare per un torta:

Step 2 – Ottimizza le spese

Una volta valutati dove vanno a finire i nostri soldi, ecco che si può iniziare a davvero a lavorare su noi stessi e le nostre abitudini. Come abbiamo già visto, le abitudini vanno cambiate a poco a poco, per questo consiglio di procedere piano.

  • Prima di tutto datti un obiettivo sul medio-lungo termine, come per esempio decidere di tagliare il 5% delle tue spese entro i prossimi 6 mesi (sii flessibile, datti un minimo ed un massimo, p.es. tra il 5 ed il 10%).
  • Per fare questo, scegli una (o al massimo due) categoria su cui vuoi concentrarti: puoi scegliere una categoria di grande impatto (p.es. affitto e bollette) oppure una categoria in cui puoi vincere facile (p.es. shopping).
  • Inizia ad analizzare le singole voci e valuta quali accorgimenti puoi fare: per esempio ti servono davvero tutti quegli abbonamenti alle varie piattaforme streaming? Oppure, sei sicuro che 5 caffè al bar al giorno siano indispensabili?
  • Quindi pianifica di modificare le tue abitudini, facendo un cambiamento ogni settimana in ciascuna delle categorie scelte e tieni traccia del tuo impegno. Hai deciso di tagliare i caffè al bar? Ottimo: da 5 a 2? Usa un habit tracker per vedere il tuo cambiamento.
  • Quando hai messo in pratica tutti i cambiamenti in una categoria, passa alla categoria successiva fino a completarle tutte. Al termine del ciclo puoi ricominciare l’analisi e verificare se ci sono ulteriori accorgimenti da fare, oppure se sei soddisfatto, puoi continuare così.

Ricordati che i cambiamenti devono essere piccoli e devono risultare sopportabili: per esempio passare da 5 a 2 caffè al bar al giorno è sopportabile, mentre tagliarli completamente non è una buona idea. Per esempio: disdire gli abbonamenti alla TV streaming  in estate può essere una buona idea perché durante la bella stagione ci sono più occasioni per uscire, mentre sospenderli tutti da novembre a febbraio forse non ha molto senso (almeno uno lo terrei).

Come ho fatto io: Ho deciso di iniziare ad analizzare le “spese fisse”, in quanto sono determinate e portano vantaggi al lungo termine (p.es. assicurazioni, abbonamenti telefonici, ecc…). Poi sono andato a caccia delle spese superflue, analizzando la categoria “shopping” e “vari e diversi”, notando che spendo facilmente online e ho quindi tagliato tutte quelle spese.

Step 3 – Dedica una parte al risparmio

Alla fine del processo dovremmo avere qualche soldo da parte, grazie al lavoro mirato di taglio delle spese. Questi soldi possono essere effettivamente risparmiati e, per agevolare il risparmio (e non ricadere nei vecchi schemi) possiamo finalmente adottare il metodo del reverse budget:

Ma a cosa servono rinunce e modifiche alle proprie abitudini? È chiaro che bisogna avere uno scopo, che potrebbe essere quello di risparmiare per un proprio progetto (p.es. per le vacanze) o per la propria sicurezza futura e quindi rispondere SI ad una delle altre domande della tabella..

E ora tocca a te!

Ritornando al discorso iniziale, il benessere finanziario si misura con la sicurezza finanziaria e la libertà finanziaria rispetto al presente e al futuro.

Per poter raggiungere tale traguardo dobbiamo guardare alle entrate e alle uscite e con l’aiuto del nostro bullet journal e del finance log, puoi scattare una fotografia da utilizzare per analizzare le nostre abitudini di consumo e portare i necessari correttivi.

A questo punto puoi effettivamente mettere in pratica il metodo tradizionale del reverse budget.

Con questi consigli il finance log viene effettivamente usato in maniera utile e produttiva e non fine a sé stesso. Tu hai trovato altri modi per sfruttarlo?

Fammi sapere commentando qui sotto.

In primavera, in uno dei primi post, ho parlato degli habit tracker, un tipo di raccolte molto popolari perché ti permettono di valutare i progressi nella creazione di nuove abitudini o l’andamento di un progetto. Ma non solo, la semplicità di utilizzo e la capacità di darti un’idea a colpo d’occhio sono altri due motivi del successo di questa pratica nel Bullet Journal.

📎 Leggi anche questi post
Le abitudini: cosa sono e come crearle
Abitudini e Bullet Journal: gli habit tracker

Si può davvero tenere traccia di tutto e di habit tracker ne esistono tantissime versioni: dai più minimal ai più artistici, che ognuno personalizza secondo i propri gusti e necessità.

Ma quali sono gli elementi di un habit tracker?

Quale che sia il tipo di habit tracker (qui nel blog ho approfondito il tema relativo al cibo, tramite il food log, e alle finanze), esso si compone di tre elementi basilari:

  • un’abitudine o un obiettivo (bicchieri d’acqua, sonno, post su IG)
  • un orizzonte temporale (giorni, settimane, volte,…)
  • uno o più valori (numerico o qualitativo).

Puoi per esempio tenere traccia di quando esegui la tua routine mattutina o serale (obiettivo), di quante ore dormi (valore) durante un mese (orizzonte temporale);

Oppure puoi monitorare i tuoi progressi nella corsa: quanti km e in quanto tempo (valore) in previsione di una gara (orizzonte temporale), o ancora tenere traccia delle candidature se stai cercando un nuovo lavoro.

Uno dei tracker più popolari è quello che si chiama “mood tracker”, ovvero il monitoraggio del proprio mio umore. Un altro tracker gettonato ad inizio anno è “my life in pixel”, in cui puoi colorare una casella secondo codici stabiliti (valore) nel corso di un anno (orizzonte temporale). Personalmente io utilizzo il Saving Log, che fa parte del finance log e che serve per tenere traccia dei soldi risparmiati (trovi un’immagine più avanti)

Quali tipi di habit tracker esistono?

Una volta scelti i tre elementi, bisogna solo decidere come rappresentarli, secondo i propri gusti. Sui social sono presenti moltissime versioni: dalle più basiche ai più elaborati artisticamente.

In questo post ho deciso di proporrre 21 esempi da cui trarre ispirazione e li ho suddivisi in 4 categorie:

  • A tabella
  • Artistici
  • A calendario
  • A ruota

A tabella

Sono gli habit tracker più semplici: basta disegnare righe e colonne e si può facilmente registrare tutti i progressi. È utile quando ci sono dei valori numerici oppure se bisogna tenere traccia di diversi obiettivi in uno stesso orizzonte temporale.

In questo habit tracker Katie ha deciso di tracciare le sue abitudini settimanalmente e suddividendo la sua giornata in mattino/pomeriggio/sera.

Credit IG @katiecsteiner

Design minimal ma molto efficace per skyandpapers: una semplice tabella in cui annotare più abitudini.

Credit IG@skyandpapers

Hedda, per analizzare la sua vita dopo il lockdown, grazie ad una tabella riesce avere una panoramica d’insieme delle sue abitudini.

Credit IG @mochibujo

Tracciare le abitudini e quello che si mangia in un Bullet Journal? Certo! Pumba ci riesce benissimo, utilizzando una pagina come habit tracker e l’altra come menu tracker.

Credit IG @willbujofor.treats

L’idea di tabella di habit tracker di Roxanne è probabilmente quella che si avvicina più all’idea di tabella di ognuno di noi: nella prima riga le cose che desidera tenere traccia, nella prima colonna i giorni.

Bonus! Nella pagina accanto ha trovato spazio per il brain dump.

Credit IG @roxpaperstickers

Jashii Corrin tiene traccia della sua produttività, grazie a questo tracker a tabella molto funzionale.

Credit IG @jashiicorrin

Artistici

Al lato opposto, vi sono questo tipo che sono piuttosto elaborati perché è necessario idearli e disegnali. Il loro uso più diffuso è come mood tracker oppure quando vi sono valori qualitativi (p.es. usando i colori) o per segnare le “volte” in cui si è fatto qualcosa.

Tante chiocciole per aiutare Julia a tenere traccia di quanto legge, fa esercizio fisico, prende le vitamine, ecc.

Credit IG @jjournalfairy

Un’idea di habit tracker fatto con le lampadine che ho utilizzato ad ottobre 2021.

Se hai scelto un tema “casalingo”, l’impostazione di Tati ti piacerà tantissimo: quadri da colorare per il mood tracker e giorni da riempire come habit tracker.

Credit IG @notikjournal

Bujo ha inserito due tracker in due pagine: habit in versione mini calendari e mood in versione artistica, con libri da colorare.

Credit IG @bullet.journal_.m

Per l’anno 2021 ho creato un tracker per monitorare il risparmio (detto anche saving log) a forma di albero.

Calendario

Questo tipo di tracker uniscono la semplicità con un pizzico di artisticità. Sono molto utili per monitorare le volte alla settimana o al mese che eseguiamo un’abitudine, ma poi bisogna ricordarsi che ogni mese dovranno essere rifatti da zero.

Calendari al centro e doodle ai lati per richiamare cosa intende tracciare, un’idea di Amy semplice ed efficace.

Credit IG @amyplansthings

Design minimal per Liefs van Leonie, che attraverso 6 mini calendari tiene sotto controllo tutte le sue attività in una pagina.

Credit IG @liefsvanleonie

Zosia si è limitata creare le sagome dei calendari, senza inserire i numeri, i quali vengono sostituiti con il riempimento della relativa casella. Un’idea per chi ha poca voglia di fare il setup del tracker ma desidera usare i colori.

Credit IG @sophie_bullet_journal

Ad Allie, più che il numero, interessa vedere in quali giorni della settimana svolge un’attività. Ecco una efficace impostazione su due righe:

Credit IG @allie.studies

Per tenere traccia degli esercizi, BulletJournal Spreads ha pensato a dei riquadri da vistare. Semplice, ad effetto e ricompensa immediata garantita!

Credit IG @journalmindset

Ruota

Le ruote permettono di tracciare una o più abitudini (risultando più simili ai calendari o alle tabelle), ma il loro punto di forza è oltre all’impatto visivo anche il fatto di avere tanti spazi liberi per poter decorare il tracker.

In questo tracker Rita ha deciso di tracciare ben 7 abitudini e ha optato per un titolo ad effetto.

Credit IG @writeitonthewall

Habit tracker in formato calendario e mood tracker a forma di ruota con molte decorazioni, un’idea di Bullet Journal & Planners.

Credit IG @bujoncoffee

Un mood tracker minimal per Morgane, ma arricchito dall’uso di colori tra i giallo ed il verde scuro.

Credit IG @thesimplebujo

Anche journal.with.peggy ha scelto di tracciare 5 attività, disegnando un cerchio non troppo grande ha potuto sfruttare bene la pagina per le decorazioni a tema margherite e the.

Credit IG @journal.with.peggy

Titolo importante e decorato con un semplice mood tracker è l’idea di Kayla.

Credit IG @kayla.bujos

E ora tocca a te!

Con gli habit tracker puoi tenere traccia di una o più abitudini. Gli elementi che lo compongono sono 3: un obiettivo, un orizzonte temporale e un valore. Una volta scelti questi parametri, non ti resta che decidere come rappresentarli, secondo i tuoi gusti: preferisci una tabella minimal? Oppure vuoi disegnare delle sagome da riempire? Preferisci tenere le abitudini separate utilizzando mini calendari o crei una ruota coniugando disegni e praticità?

Alzi la mano chi non ha mai desiderato di poter svuotare la mente da tutti i pensieri.
Soprattutto nei periodi di stress, come settembre con il ritorno alla vita di tutti i giorni, quando gli impegni, le idee e le cose da fare si accumulano, poter svuotare la mente sembra essere davvero necessario.
Ebbene, sono contento di dirti che si può fare !

Il processo si chiama “brain dump” ed è un termine inglese che significa letteralmente “tirare fuori tutti i pensieri dalla tua testa”. Un termine in italiano non esiste, io ho provato a tradurlo con “svuota mente” (svuota cervello mi suona un po’ male) anche se ci sono altre definizione come “decluttering della mente” oppure “inventario mentale” o ancora “scaricamento del cervello”

Fare brain dump ti consente di riordinare la tua mente ed organizzare i tuoi pensieri, aiutandoti a focalizzarti su quello che hai da fare ed è anche uno dei passi fondamentali del metodo
Getting Things Done.

Può essere svolto semplicemente scrivendo tutti i tuoi pensieri su un foglio oppure puoi decidere di provato un metodo più strutturato per organizzare i tuoi pensieri. Quale soluzione adottare dipende dalle tue esigenze e preferenze.

Perché e quando svuotare la mente

Perché fare brain dump?

Noi esseri umani abbiamo la tendenza a mettere a da parte idee e a procrastinare le incombenze (piccole o grandi che siano) perché le riteniamo fastidiose o inutili.

Le stesse incombenze poi si accumulano nel cervello e sedimentandosi lo rendono meno efficiente. È come quando hai tante finestre del browser aperte perché stai navigando tra vari siti e improvvisamente hai bisogno di un programma che usa tanta memoria e il computer si impalla.
Ecco il principio è lo stesso: iniziamo a chiudere il browser e riprendiamo da zero.

Oltre a ripartire con nuove energie, vi sono altri vantaggi nello svuotare la tua mente:

  • Ti stressi di meno, perché sei più presente e concentrato;
  • Aumenti la tua produttività e riduci il sovraccarico della mente;
  • Ti dimentichi meno cose in quanto le hai messe nero su bianco;
  • Puoi pianificare meglio perché hai chiarito i compiti da portare a termine;

Quando fare brain dump?

Non vi sono regole precise, fondamentalmente si può farlo secondo i propri bisogni.

Ci sono persone che lo fanno tutti i giorni e che lo hanno integrato nella propria routine serale, altri preferiscono una volta la settimana (p.es. la domenica sera così da iniziare la settimana con il piede giusto).

In generale, puoi valutare le seguenti situazioni:

  • Quando ti senti stanco o fuori forma, così da riequilibrarti;
  • Quando hai un’agenda fitta con tanti progetti, per fare il punto della situazione;
  • Quando hai tante idee e non sai da dove iniziare, in modo da pianificare meglio i prossimi passi;
  • Dopo un meeting, una conferenza o una lezione per riordinare i concetti appresi.

📎 Leggi anche questi post
Obiettivi e Bullet Journal: trova le tue motivazioni, analizza le opzioni e pianifica le azioni

Tipi di Brain Dump

Un Brain Dump non deve essere per forza generale, nel senso che non deve sempre considerare tutti gli aspetti della tua vita. Io, per esempio, non faccio spesso un Brain Dump generale, se non in casi particolari dove sento che le cose da fare sono tante e ho perso la rotta. Spesso è più produttivo fare un brain dump specifico (o tematico) su un aspetto della vita, come per esempio:

  • Lavoro: appuntamenti, cose in sospeso, fare il punto su progetti (io lo faccio settimanalmente, solitamente il venerdì, così che il lunedì sono già attivo)
  • Famiglia: impegni, menu, acquisti, …;
  • Lavori di casa: tutti quei piccoli lavoretti che si rimandano sempre;
  • Shopping: per i regali di Natale o per i vari compleanni;
  • Obiettivi: a breve, medio e lungo termine;
  • Viaggio: mete, mezzi di trasporto, valigie, …

Come fare brain dump

  • Prendi un foglio (o il tuo Bullet Journal) e una penna, ma va benissimo anche un tablet o il PC se ti trovi meglio.
  • Inizia a scrivere tutto quanto ti viene in mente
    Non porti filtri o limiti, lasciano andare i pensieri: compiti, idee, obiettivi, ricordi, cose belle e cose brutte. Qualsiasi cosa ti passa per la testa (bisogna svuotarla, ricordi?);
  • Categorizza i pensieri
    Puoi riunirli per temi comuni (p.es. personale, progetto 1, progetto 2, idee, commissioni,…), utilizzando degli evidenziatori oppure riordinandoli in una mappa mentale;
  • Fai una pausa
    Bevi un caffè, esci a fare una passeggiata, ascolta un po’ di musica. Dimentica per un attimo quello che hai fatto, rilassati e assapora la sensazione di “vuoto” nella tua testa.
  • Riordina le voci
    Ritorna alle categorie e dividi ogni voce in tre liste: DEVO / VOGLIO / FORSE
    Nella colonna del “devo” ci saranno le voci che sono necessarie (p.es. fare le tasse), nella colonna del “voglio” sono voci che sono importanti per me o per qualcun altro (p.es. comprare il regalo di compleanno per mia nipote) e nella colonna del “forse” altre voci che sono si importanti, ma che non sono prioritarie.
  • Stabilisci delle priorità
    All’interno di ciascuna lista (devo / voglio /forse) ci saranno delle voci che sono più prioritarie di altre, per poter pianificare al meglio è necessario non solo fare una selezione ma stabilire anche a quale compito dare una precedenza.
  • Procedi con la pianificazione
    In ultimo, se ci sono dei compiti da svolgere, è utile darsi delle scadenze: cosa farò oggi (o domani) e cosa entro la fine della settimana, cosa devo concludere entro fine mese?

Quando hai finito, ricordati di portare a termine tutti i compiti !!

Come fare brain dump in 7 passaggi

Cosa scrivere in un Brain Dump

  • Pensieri
  • Sensazioni
  • Emozioni
  • Preoccupazioni
  • Liste di cose da fare
  • Obiettivi
  • Desideri

Suggerimento: Doodle e disegni possono aiutarti a rilassarti e a chiarire i concetti , mentre una mind map ti aiuterà a riorganizzare i pensieri.

📎 Leggi anche questo post
Anatomia di una mind map (o mappa mentale): i vantaggi, le leggi e gli usi

Se non sai da dove iniziare

Se proprio la tua mente non vuole mettersi in moto, eccoti alcuni spunti da cui partire.
Non sei obbligato a rispondere a tutte le domande, puoi anche sceglierne una a caso e partire da quella, lasciandoti guidare dai pensieri.

  • Hai delle preoccupazioni?
  • Hai qualcosa che ti dimentichi spesso?
  • Ci sono compiti che sembra tu non sia in grado di portare a termine?
  • Cosa ti rende felice?
  • C’è qualcosa o qualcuno  che ti disturba?
  • Ci sono degli obiettivi che vorresti raggiungere ma su quali non hai ancora iniziato a lavorare?
  • Hai un evento o un’occasione particolare a breve?
  • Quante e quali cose hai in sospeso al lavoro?
  • C’è qualcosa nella routine giornaliera che non funziona e desideri cambiare?

📎 Leggi anche questo post
Trova il tuo equilibrio con la bilancia della vita

Esempio di Brain Dump

Esempio di Brain Dump già pre-impostato

Tre consigli utili

  • Trova un posto tranquillo dove ti senti a tuo agio e che sia esente da distrazioni (no telefono, notifiche, TV….) e assicurati di avere il tempo necessario (almeno 30  minuti);
  • Annota tutto. Ma davvero tutto. Ricordati che niente è poco importante. Tutto contribuisce a fare volume (come riempire una valigia: dai pantaloni ai cotton fioc). Quando scrivi non devi fare alcuna selezione, quello è un compito successivo;
  • Non cercare di dare un senso a quello che scrivi: più caso c’è e meglio è, perché questo significa che stai davvero buttando giù tutti i pensieri (non mi risulta che i pensieri seguano un corso logico standard).

E ora tocca a te!

Lo spazio nel tuo cervello è limitato e se lo riempi continuamente alla fine non potrà più operare bene. A me capita quando lavoro a tanti progetti diversi: alla fine non riesco a capire più a che punto sono e vado letteralmente in tilt.

Di tutte le pratiche che ho provato nulla è risultato più efficace come il brain dump, perché ti consente di svuotare davvero la mente e mettere in ordine i tuoi pensieri.

Il 41% dei compiti riportati in una lista non vengono mai completati.

Ogni giorno facciamo liste: della spesa, dei compiti in sospeso, delle faccende domestiche, dei passi da seguire per un progetto, delle cose da fare questa estate o per organizzare un matrimonio. Il più delle volte, però ci ritroviamo con to do list chilometriche ed inutili, e alcuni compiti sono addirittura riportati in più liste o magari in diversi file Excel.

Nel bullet journal le liste sono un tipo di raccolta personale e svolgono un ruolo di primissimo piano: basta pensare agli obiettivi o ai to do, che vengono rappresentate semplicemente con un puntino (anche se alcuni preferiscono un quadrato da riempire man mano che si svolge il compito).
Discorso a parte per le app, che non solo ti permettono di creare infinite liste, ma che, per sopperire alle dimenticanze, ti propongono pure gli avvisi e i promemoria, per cui il telefono squilla/vibra quando hai qualcosa in sospeso. Poi c’è chi preferisce avere una lista pre-compilata in PDF e stampabile o chi si affida ad un Bullet Journal Digitale.

In definitiva, di tutte queste liste, quali sono realmente utili? Digitando su google “to do list efficaci” escono 14’600’000 risultati. Mica pochi.
E se provassi a fare un po’ di ordine riassumendo in un post come fare delle to do list efficaci? Io ci provo…

Cos’è e perché è utile creare una lista di cose da fare

Una to do list (o lista di cose da fare) è semplicemente “una lista di compiti da eseguire” (in inglese: a list of tasks that need to be done).

Vantaggi di creare delle to do list

  • Chiarezza e pianificazione: sai cosa devi fare e puoi pianificare di conseguenza;
  • Meno stress: i passi da intraprendere sono impressi su un foglio di carta e quindi non corri il rischio di sovraccaricare la mente e/o di perderti dei passaggi;
  • Priorità: una lista di cose da fare ti aiuta a stabilire le priorità;
  • Soddisfazione: quando completi un compito (ma ancora di più una lista intera) il tuo corpo rilascia dopamina,  l’ormone collegato alla gratifica e al senso di soddisfazione.

Perché le to do list non funzionano

Capita, talvolta, che le liste non risultino efficaci e, principalmente per i seguenti motivi:

  • Ti senti sopraffatto dalle cose da fare, soprattutto se si hanno tante liste diverse (“da dove inizio?” è la classica domanda).
  • Non sei capace di darti delle priorità;
  • Commetti l’errore di aggiungere, aggiungere e aggiungere senza mai togliere;
  • Vai in confusione quando le liste si mischiano: dove l’ho riportato quel compito? Ma questo non l’avevo già fatto? Questo accade soprattutto quando le liste sono simili o non hanno un argomento definito.

Prima di creare delle tu do list è quindi importante fare chiarezza ed avere sott’occhio tutte le cose che hai da fare.
Per questo, ti consiglio di procedere con un brain dump (o svuota mente).

Consigli per creare una lista di cose da fare perfetta

  • La to do list non può essere come la lista della spesa: i vari punti non sono intercambiabili.
    Deve essere stilata con un senso logico, in base alle priorità e su un unico supporto a tua scelta (app, carta, bullet journal, post it), come anche consigliato nel metodo Getting Things Done;
  • Non programmare compiti generici, tipo “lavorare su quel progetto”. Per riuscire a concludere veramente qualcosa è fondamentale essere specifici, come quando scegli un obiettivo.
    Se hai difficoltà nel visualizzare i compiti, puoi aiutarti anche con una Vision Board, che sfrutta un approccio basato più sulle immagini che sulle parole o idee.
  • Fanne diverse, ma limitati a quelle davvero indispensabili: Per esempio potresti creare una “master” con i compiti a lungo termine (p.es. sistemare il giardino, ordinare la libreria, ….) e un’altra con compiti a breve termine, per esempio settimanale. Alcuni consigliano addirittura di avere una sola lista di riferimento, per non correre il rischio di sentirsi stressati, in realtà io credo che sia necessario separare gli ambiti,per cui mi sento di consigliare di averne un paio (io p.es. separo lavoro, dal privato, dal blog).
  • Datti delle priorità e delle scadenze, perché se una cosa viene rimandata più volte al giorno dopo, vuol dire che non è fondamentale e quindi si può eliminare dalla lista.
  • Non avere mai più di 7 compiti (secondo me anche 10 sono accettabili).
  • Sii flessibile: non impuntarti ad eseguire i compiti esattamente come riportato e non darti limiti di tempo troppo rigidi (questo lo devo finire in un’ora) perché purtroppo noi esseri umani sovrastimiamo troppo il tempo necessario. Tra un compito e l’altro prendi l’abitudine di pianificare e concederti una pausa. Questo non solo ti aiuta a ricaricare le batterie, ma in caso arrivi “lungo” non ti sentirai in colpa.
  • Scegli l’approccio che migliore per te: io cerco di liquidare al più presto i compiti che richiedono poco tempo (2 minuti o meno), ma forse preferisci seguire la teoria di fare prima la più impegnativa.
Infografica to do list perfetta

Come gestire le cose da fare: stabilire le priorità con il quadrato di Eisenhower

Una questione che ricorre diverse volte nei precedenti paragrafi riguarda la capacità di dare la giusta priorità ai compiti. Per gestire i compiti e dare la giusta priorità alle cose, ci viene in aiuto Eisenhower che utilizzava un proprio metodo, chiamato poi in suo onore con, “quadrato di Eisenhower”.

Eisenhower una volta disse: “Ciò che è importante raramente è urgente e ciò che è urgente raramente è importante.” Eisenhower è stato il 34simo presidente degli stati uniti (dal 1953 al 1961) ed era conosciuto per la sua incredibile capacità di essere produttivo, ma non solo per giorni o mesi, addirittura per anni ed è per questo che le sue tecniche per gestire il tempo e i compiti sono state studiate in lungo ed in largo.

La sua strategia si basa semplicemente su di uno schema in grado di aiutarti a prendere delle decisioni.

In buona sostanza, ill quadrato è diviso in 4 parti e usando tale schema, emergono 4 possibilità:

  • Urgente e importante / do  : compiti da assolvere subito.
  • Importante, ma non urgente / plan : compiti da programmare.
  • Urgente, ma non importante / delegate : compiti da delegare.
  • Né urgente, né importante / eliminate : compiti da eliminare.

Utilizzando questa tecnica, devi solo decidere sulla base di due variabili:

  • importante, ovvero compito che ci consente di raggiungere un obiettivo
  • urgente; ovvero compito che richiedono un’azione immediata (e che solitamente hanno a che fare con un obiettivo di altri);

In seguito stabilire il grado (alto o basso). Poi potrai posizionare il compito nel quadrante corrispondente così da capire subito qual è l’azione da intraprendere per quel compito.

E ora tocca a te!

Le to do list (oliste di case da fare) fanno parte della nostra vita: a casa o al lavoro, per un progetto o per pianificare meglio una giornata.

In questo post ho cercato di riassumere i consigli più efficaci, in modo da abbassare il più possibile la quota di compiti mai eseguiti. Certo, seguirli tutti credo sia difficile, ma credo che almeno un paio di questi consigli si possano adottare: per esempio limitare il numero di liste o scegliere un unico supporto (carta, bullet journal o app). Per tutto il resto, come dice un vecchio proverbio: “chi non ha testa, ha gambe”.

Nel mio post precedente ho voluto analizzare la routine mattutina e ho pensato di approfondire anche la parte relativa alla sera.
Di consigli per addormentarsi meglio se ne trovano ovunque, ma io credo che prima ancora di coricarsi sia necessario prepararsi con una buona routine serale.

📎 Leggi anche questo post
9 idee per la tua routine mattutina: come creare e migliorare il tuo inizio di giornata

Perché è importante avere una routine serale

L’importanza di avere una routine serale è nota soprattutto ai genitori. I bambini sono molto abitudinari e quando le loro abitudini vengono sconvolte, sono capaci di stare svegli ore e ore o risvegliarsi più volte durante la notte, se non hanno eseguito il solito “rituale delle nanna”. Non so voi, ma ai miei capita così.
Perché accade? Perché la ripetizione continua della solita routine favorisce il senso di sicurezza e li aiuta ad entrare nella modalità sonno, in quanto il cervello capisce che una determinata sequenza (per esempio pigiama- lavare i denti-storia) significa andare a dormire e quindi il corpo inizia a rilassarsi.

Crescendo, questo rituale può sparire, restare in parte o cambiare totalmente. Per esempio, mia moglie se non legge prima di spegnere la luce, non riesce ad addormentarsi. Io, invece, ho notato che se mi rilasso con una piccola e semplice meditazione a letto, riesco a dormire molto meglio.

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Le abitudini: cosa sono e come crearle

Al di la delle motivazioni personali e delle percezioni, la scienza dice che se implementi una routine serale otterrati tanti benefici e, tra i tanti, questi sono i più importanti:

  • Ottieni un sonno più rigenerante e di migliore qualità.
  • Sarai in grado di affrontare la mattina in un modo semplice e più produttivo.
  • Il giorno seguente il tuo cervello lavorerà meglio.

7 consigli per la creazione di una routine serale

Rilassamento. Questa è la parola numero uno per un’efficace routine serale. Durante il giorno fai tantissime cose ed la sera il cervello continua a lavorare. Per favorire il sonno dovresti quindi cercare di portarlo a rilassarsi e a girare a basso regime (per usare un termine automobilistico). Di consigli ce ne sono tantissimi, qui ho provato a elencarne 7:

1. Dedicati a qualcosa che ti piace fare, a un hobby o a te stesso

Quando fai qualcosa che ti piace, il cervello si rilassa entrando in una “zona sicura” e il corpo sprigiona energia positiva. Anche prendersi cura di sé stessi, con un bagno o una sessione di beauty serale ha lo stesso effetto.

📎 Se stai cercando un nuovo hobby, prova con il Bullet Journal! Leggi questo post:
Le basi del metodo Bullet Journal in 7 punti (cos’è, perché, come crearlo e organizzarlo)

2. Leggi un romanzo o una biografia (ma evita i libri scolastici)

Un romanzo o una biografia che ti permette di splorare mondi sconosciuti e aiutandoti a rilassarti, mentre se leggi un testo scolastico o di apprendimento, la tua mente si attiverà e cercherà soluzioni per come sfruttare quanto appreso, con il rischio di vanificare gli sforzi fatti per cercare di addormentarti.

3. Pianifica il giorno dopo

Il fatto di verificare e pianificare il giorno seguente ti aiuterà a dormire meglio in quanto sai già cosa ti aspetta e sai già come affrontarlo, quindi ti sveglierai senza incertezze. Personalmente, preferisco ritagliarmi 5 minuti per organizzarmi la giornata ad inizio della stessa.

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7 consigli per creare to do list (lista di cose da fare) che funzionano davvero

4. Fai 10 minuti di yoga e poi mettiti a testa in giu.

(Ammetto che questo non l’ho ancora provato, ma prima o poi lo farò.) 
10 minuti di yoga, scegliendo le tue posture preferite che coinvolgano tutto il corpo e poi mettiti a testa in giù. Sembra che questa posizione rovesciata porti i seguenti vantaggi:

  • ridurre il mal di schiena;
  • aumentare la flessibilità;
  • migliorare la struttura della colonna vertebrale e per riflesso, aiutarti a dormire meglio.

Sembra che così facendo riuscirai a coricarti più rilassato e decompresso, riuscendo ad addormentarti meglio.

5. Rifletti sulla giornata appena trascorsa

Ci sono diversi modi di riflettere sulla propria giornata: per esempio trovando 3 cose su cui sei grato, oppure puoi concentrarti sugli obiettivi che ti eri prefissato e capire quanto hai raggiunto oggi. Un’altro esercizio utile è il Brain Dump, che ti permette di scaricare completamente la mente dai pensieri.

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Tutto quello che c’è da sapere sul Brain Dump (o svuota mente): cos’è, perché e come farlo

6. Medita

Esistono innumerevoli meditazioni per la sera, da quelle che ti aiutano a lasciare andare al giornata a quelle che per addormentarsi. La mia preferita dura 5 minuti e consiste in un body scan veloce, la quale mi aiuta a rilassare non solo le parti del corpo ma anche la mia mente.

7. Tieni d’occhio l’orologio

Cerca di non andare a letto troppo tardi (si lo so, ancora un episodio e poi spegni), perché non c’è nulla di più dannoso di dormire poco. Come per il mattino, l’ideale sarebbe cercare di andare a dormire ogni giorno alla stessa ora, così da mantenere una certa regolarità. Se sei un fan del digitale, ci sono diverse app che oltre a tracciare il sonno (tempo,qualità, ecc.) ti permettono di impostare un promemoria!

7 consigli per la tua routine serale

La mia routine ideale

Sembra che siano necessarie ben due ore al nostro cervello per scaricarsi, ma a tanto non arrivo. Devo ammettere che la mia routine normale dura circa 30-40 minuti e include unicamente la meditazione. Dopo aver scritto questo articolo, ho deciso di aggiungere qualche attività in più, così da arrivare ad almeno un’ora di relax prima di dormire:

E adesso tocca a te!

In questo post hai imparato cos’è una routine serale, quali sono i vantaggi e alcuni consigli per adottarne una efficace. Come per ogni cosa, anche qui il trucco sta nel scegliere le attività che più ti piacciono o che comunque ti fanno stare bene e sentirti rilassato. Ma questo è solo il primo step. Ricordati che dovrai anche imparare ad essere costante, così che diventi una vera a propria abitudine. Se sei già un bullet journalis, perché non crei un habit tracker legato alla routine serale?

Qual è la mia routine mattutina?

Spesso vengo preso in giro perché ho una routine mattutina molto ferrea, fatta di tanti piccoli gesti in una sequenza sempre uguale. Per alcuni, quelli gentili, ” sono fissato”, per altri, più simpatici, “sono fuori di testa.”

In realtà la mia routine mattutina è frutto di anni di ricerche per cercare di ottimizzare al massimo il poco tempo a disposizione. Mi reputo una persona mattiniera, ma non così tanto, perché non credo che riuscirei a fare parte del club delle 05:00 del mattino (anche se, per alcuni standard, già mi sveglio molto presto perché la mia sveglia suona alle 06:00).

Ad ogni modo, avere una propria routine mattutina (e anche serale) mi da una certa sicurezza e mi permette di lasciare il cervello in modalità stand-by ancora per un attimo, così da godermi la tranquillità delle prime luci dell’alba.

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Routine serale: 7 idee per addormentarsi meglio

Questa mia routine è stata in parte sconvolta questa primavera dalla quarantena a causa del Covid 19, tanto che ho deciso di cogliere l’occasione per vedere se le mie abitudini fossero buone e in linea con i consigli degli esperti su come avere una buona routine mattutina.

Cos’è una routine mattutina e perché è importante?

Una routine mattutina (o morning routine) è, essenzialmente, tutte quelle attività che svolgi ogni mattina prima di iniziare la tua giornata andando a lavoro o a scuola.

Un proverbio italiano dice “essersi alzato con il piedi sbagliato” ed effettivamente come inizi la giornata definisce il resto del giorno. Hai mai notato che se la tua giornata inizia male ti riesce tutto più difficile, rispetto ad una giornata iniziata bene?

Ma non solo! Tutti noi ogni giorno disponiamo di una certa dose di energia e di autocontrollo, le quali si esauriscono durante la giornata. Esse, oltre a essere strettamente collegate tra loro, sono parificate ad un muscolo, che come tale deve essere allenato. Attivando e allenandole correttamente al mattino con una morning routine efficace, dureranno più a lungo consentendoti di aumentare la produttività.

9 idee per creare e migliorare la tua routine mattutina

Che tu desideri creare una tua routine o migliorare quella che hai già, qui ti fornisco alcune idee di attività per arricchire o migliorarla. Grazie ad esse, oltre a rendere la rotuine una vera e propria abitudine, riuscirai anche a renderla più piacevole o addirittura divertente.

1. Cerca di svegliarti sempre alla stessa ora

Così facendo eviti di posticipare la sveglia 10 volte e, inoltre, aiuti il tuo corpo a stabilire un ritmo che ti accompagnerà durante tutta la giornata.
Inoltre, cerca di mantenere la routine tutte le mattine (si anche la domenica!).

Se possibile, quando suona la sveglia fai un conto alla rovescia 5,4,3,21 e alzati. Subito. Quando ti svegli con in testa la voglia di fare, invece di procrastinare, il tuo cervello e riceve una spinta di energia in più. Sicuramente è da provare!

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7 cose da fare la domenica per avere una super settimana

2. Inizia con dell’esercizio fisico

Parti con il piede giusto! Non servono ore e ore di palestra, basta semplicemente qualche minuto, sufficienti per migliorare l’autocontrollo e i livelli di energia.
Non hai tempo o voglia? Prova i cinque tibetani, semplici esercizi da fare in pochi minuti ma che ti assicurano una carica di energia.

3. Bevi un po’ di acqua e limone

Bere acqua ti aiuterà a drenare le scorie accumulate in eccesso durante la notte, mentre il limone contribuisce ad assimilare tutte delle sostanze nutrienti durante la giornata. Se pesi meno di 70 kg bevi il succo di mezzo limone, se li superi bevi il succo di un limone intero.

4. Niente schermi

Le mail ed i social rischiano di innescare emozioni negative (Gianni è alle Maldive e la sua alba è migliore della mia, Gaia ieri sera è andato a fare festa e io invece sono qui, il Signor Bianchi mi ha scritto una e-mail di fuoco, devo risolvere appena arrivo in ufficio).
Per questo è molto meglio dedicarsi ad altre attività che abbiano una connotazione più positiva, come meditare, leggere o disegnare.

5. Fai una vera colazione

Dopo quasi 12 ore ore di digiuno è importante che il corpo riceva carburante per poter funzionare correttamente e darti tutta l’energia necessaria per affrontare la giornata. Io stesso per anni ho saltato la colazione oppure mi accontentavo di una brioche al volo camminando verso l’ufficio. Devo però ammettere che da quando ho iniziato a fare davvero la colazione (pane, burro e marmellata o cereali) la mia giornata ha preso un ritmo diverso. Se non hai l’abitudine di farla, all’inizio puoi aiutarti con un food log, pianificando e tenendo traccia delle tue colazioni.

6. Stabilisci un obiettivo

Avere un obiettivo ti aiuta a rimanere concentrato oltre a migliorare l’autostima (quando lo avrai completato). Scegli un obiettivo semplice, come per esempio non prendersela troppo o essere più presente, ma che sia qualcosa di tangibile e legato alla tua persona. A volte io mi prefiggo l’obiettivo di giocare almeno un ora con le mie figlie, oppure di leggere almeno 3 capitoli. Se non vuoi stabilire degli obiettivi personali, stabilisci degli obiettivi professionali: desidero smaltire 20 pratiche, voglio svuotale la mia casella inbox, ecc.

7. Pianifica la tua giornata

Sia sulla base dell’obiettivo che semplicemente in un altro ambito, prendi in mano il tuo bullet journal (o la tua agenda) e pianifica la tua giornata. Puoi decidere di appoggarti ad una lista di cose da fare o sempliciemente stabilire degli obiettivi (vedi punto precedente). Questo ti aiuterà a convogliare le energie nello svolgere i compiti pianificati, invece di passare da un compito all’altro disperdendo le tue energie.

8. Medita

Io, ogni giorno pratico una piccola meditazione di 5 minuti, che mi permette di preparare la mia mente e durante la quale esprimo anche il mio obiettivo.
Il mio consiglio è di praticarla poco prima di uscire, questo ti permette di dedicarti completamente alla pratica perché non hai da pensare agli altri punti e, in più ti consente di fare una specie di reset prima di recarti al lavoro o a scuola. Altre teorie, suggeriscono di praticare nei primi 30 minuti dopo il risveglio.

9. Preparati la sera prima

Questo più che un’idea è un consiglio! Sia che tu faccia parte di quelli che si svegliano lentamente e hanno bisogno del proprio tempo, sia che (come me) posticipi la sveglia finché puoi così da guadagnare preziosi minuti di sonno , una buona pratica è quella di anticipare i tempi. La sera prima, controlla di avere tutto quello che ti serve nello zaino o nella borsa, metti i vestiti in bagno pronti da indossare, prepara il tuo posto per la colazione. Questo non solo ti permette di ottimizzare i tempi, ma il tuo cervello si rilasserà maggiormente perché devi sono pensare a fare, senza prendere decisioni.

Idee per la tua routine mattutina

Conclusioni: crea il tuo inizio di giornata

Come accennato all’inizio del post, devo ammettere che posso dire di essere abbastanza soddisfatto. La mia routine mattutina, benché lontana dalla perfezione, segue grossomodo quanto consigliato.

Per ricordarmi della mia routine, ho crearo una raccolta personale nel mio fedele Bullet Journal, dedicando una pagina che riassume la mia morning routine.
Poi, se desideri passare al “livello pro”, puoi sempre creare un habit tracker ad hoc per tenere traccia dei tuoi progressi.

La mia morning routine

Ad ogni modo, sia che, come me, la mattina sei super organizzato al secondo, sia che ti piace prenderla comoda, è importante sviluppare una routine basata sulle tue esigenze e in linea con le tue preferenze e credo che da questo post potrai sicuramente trovare la soluzione adatta a te. Prova, riprova e ritenta, finché non trovi la giusta combinazione.

Buon nuovo inizio di giornata!

2020, aprile. Coronavirus.

Com’è semplice riassumere questa strana primavera: con una sola parola. Una parola che non porta con sé anche cose positive. Durante il lockdown stiamo facendo un sacco di cose, con il risultato che ci ritroviamo stanchi e stressati. E se invece provassimo a fermarci un attimo?

La quarantena e il fare, fare, fare

La pandemia che sta coinvolgendo il mondo intero ci ha portati a dover rivedere le nostre abitudini in un modo che mai avremmo potuto immaginare. Per alcuni l’incubo più grande della solitudine con la perdita del contatto umano si è avverato. Per altri, invece, questo nuovo modo di vivere rappresenta quasi in sollievo.

Da parte mia, pur essendo preoccupato per la situazione, da subito ho cercato di prendere la parte più positiva di questa situazione di isolamento. Ne ho approfittato per fare tutti quei lavori che ho rimandato all’infinito, come mettere in ordine l’armadio delle cianfrusaglie, concentrarmi sul blog, fare dei lavori di miglioria in casa, cucinare quei piatti che desideravo provare da tempo (p.es. il pan brioche).

Fermarsi. Perché no?

Questo modo di lavorare smart, da casa, mi permette di tagliare alcune attività che mi portano via tempo (il viaggio-lavoro casa, le attese per il pranzo, le pause caffè, il chiacchiericcio con i colleghi) per cui mi ritrovo ad essere più produttivo.

Inoltre, lo spettro della noia aleggia pesante sulla mia testa, per cui cerco nuovi modo di tenermi impegnato. Sostanzialmente quindi la mia vita non è cambiata: continuo a fare, fare fare. Forse quasi più di prima. 

Ma.

Tutt’un tratto una domenica sera, dopo aver passato la giornata a pulire, cucinare, ordinare mi sono chiesto: se mi fermassi un attimo? Se mi prendessi un momento per fermarmi a riflettere?

Allora fermiamoci a riflettere e cerchiamo di capire chi siamo davvero e cosa vogliamo essere quando tutto questo sarà finito. Quali sono le nostre vere necessità? Di cosa abbiamo davvero bisogno? E di cosa invece non abbiamo più bisogno?

Non è forse quello che forse la natura ci sta chiedendo? Di fermarsi e prendere coscienza di questo momento?

I nostri desideri

  • Più soldi
  • Meno stress
  • Più tempo per me
  • Meno impegni
  • Più divertimento

Questi sono solo alcuni dei nostri desideri generali.
Alcuni sono attuali (ora avremmo bisogno di più divertimento) altri lo sono stati in passato(meno stress) altri forse lo saranno in futuro quando tutto ripartirà (per esempio avere meno impegni).

Ammettiamolo, è sempre difficile dare delle priorità e rendersi davvero conto quali siano le nostre esigenze. Siamo poco bravi a guardare dentro noi stessi e valutarci. Un saggio proverbio dice che è più facile vedere la scheggia nell’occhio dell’altro che la trave nel tuo, e trovo che sia reale.

Per questo, forse è importante prendersi del tempo per valutare bene quali sono i nostri desideri e le nostre aspirazioni, così da trovare il nostro equilibrio.

Un equilibrio precario

La definizione di equilibrio personale è piuttosto soggettiva, ma non solo. Trovare il proprio equilibrio può essere anche complicato, perché appunto i desideri mutano a seconda del nostro stato.

  • Oggi desidero più divertimento, ma se appena la crisi sarà rientrata io iniziassi ad uscire ogni sera, dopo 2 settimane, sfinito, probabilmente desidererei starmene chiuso in casa per 3 giorni.
  • Oppure, desidero più soldi e questo mio desiderio mi porta a cercare un nuovo lavoro meglio pagato, ma meglio pagato vuol dire anche più responsabilità, più tempo da dedicare al lavoro e meno tempo alla famiglia.

Per questo è importante fermarsi a pensare ai propri desideri, alle motivazioni ma anche alle implicazioni e a cosa siamo disposti eventualmente a rinunciare.

La bilancia della vita

Come capire quanto siamo bilanciati? Come comprendere cosa abbiamo di troppo e cosa ci manca? Rileggendo un vecchio libro chiamato Life Coaching for Dummies di Jeni Mumford, ho trovato questa semplice, interessante, ma anche divertente attività che si chiama “la bilancia della vita”*.

Sono necessari: un foglio (o meglio ancora due pagine vuote nel tuo Bullet Journal), una penna ed eventualmente alcuni post-it (ma non sono obbligatori).

  1. Disegna un cerchio al centro del fondo della pagina e scrivici “il mio punto d’equilibrio”.
  2. Disegna due braccia che partono dal cerchio: la sinistra è dedicata al “pochi”, la destra è dedicata ai “troppi”. Fai un elenco delle cose di cui hai poco e di quelle che hai troppo.
  3. Disegna un triangolo (o qualsiasi altra forma che rappresenti al meglio la tua vita ideale) al centro dell’inizio della pagina, sopra il punto di equilibrio. Questo rappresenta “La mia vita ideale”. Immagina che questa forma contenga tutti i tuoi desideri. Ora immagina di stare in piedi sul tuo punto di equilibrio e le tue braccia sono distese tra i pochi e i troppi con lo sguardo fisso alla tua vita ideale.
  4. Sotto alla tua vita ideale si trova la zona perfetta e qui ci sono delle nuvole che rappresentano le cose che sono perfette per te in questo momento.

Alla fine dovresti ottenere un disegno simile a questo:

La mia bilancia della vita / aprile 2020

Prossimi passi

E ora guarda cosa hai di troppo e cosa hai di poco, se hai tante cose nelle braccia, probabilmente ti stai destreggiando per cercare un equilibrio tra loro e questo ti porta a non focalizzarti sulla tua vita ideale.

Rifletti su tutte queste cose e apporta dei correttivi, per riequilibrare i tuoi desideri e portarli nella zona perfetta, così da poterti concentrare sui tuoi veri obiettivi.

Certo, alcune cose saranno facili da aggiustare: se hai bisogno di fare più attività fisica, mettiti un paio di scarpe e inizia a correre). Altre saranno più difficili: per esempio vorresti guadagnare di più), ma anche qui le opportunità non mancano e si può andare più a fondo. Sei sicuro che vuoi solo guadagnare di più? Non è che forse il tuo lavoro non ti soddisfa? Oppure magari è solo una tua percezione perché hai dovuto sostenere una spesa imprevista. O ancora, magari spendi troppo in vestiti…

Se ti serve aiuto su come ri-bilanciare la tua vita, leggi il post che tratta di raggiungere gli obiettivi: Obiettivi e Bullet Journal: trova le tue motivazioni, analizza le opzioni e pianifica le azioni

In fondo, in questi giorni di quarantena, l’unica cosa che non ci manca è il tempo per noi stessi. Quindi perché non approfittarne?

Quando hai un obiettivo, spesso parti a razzo cercando di raggiungerlo il più in fretta possibile. Ma questo ti porta quasi sempre al fallimento.

Le ragioni per cui non riesci ad arrivare alla fine, spesso è dovuto a quattro fattori:

  • non hai un’idea chiara (= non sai qual è)
  • non sai esattamente perché lo fai
  • non hai valutato tutte le opzioni a disposizione
  • non hai un vero e proprio piano d’azione

In questo post, vedremo di fare chiarezza per capire come aiutarti a raggiungere il traguardo che ti sei prefissato, il tutto con l’aiuto del tuo Bullet Journal!

📎 Se non sai cos’è un Bullet Journal, leggi questo post
Le basi del metodo Bullet Journal in 7 punti (cos’è, perché, come crearlo e organizzarlo)

Scegli un obiettivo SMART

Capita spesso che scegliamo l’obiettivo sbagliato e questo accade non tanto perché non va bene, ma perché è troppo astratto. Per iniziare ad essere più concreto, puoi affidarti alla bilancia della vita, così da iniziare a restringere il campo.

Spesso, infatti si formulano obiettivi troppo generici come “desidero essere felice” oppure “desidero diventare ricco” o ancora “fare più movimento”. Ma cosa significano i termini “felice” e “ricco”? E “più movimento”?

È quindi importante essere motlo chiari. Ultimamente in tutti i miei corsi (online e offline) mi hanno sempre illustrare gli obiettivi secondo l’acronimo SMART (in italiano sarebbe SMRRT), ovvero composto da quattro elementi:

bersaglio con freccia
  • Specifico (Specific)
  • Misurabile (Misurable)
  • Raggiungibile (Achievable)
  • Rilevante (Relevant)
  • Temporale (Time based)

Ecco che quindi che il nostro esempio “desidero fare più movimento”, potrebbe diventare: “desidero fare un’attività sportiva per almeno 30 minuti 3 volte alla settimana”. Mentre “desidero essere più felice”, potrebbe essere: “desidero dedicare almeno un’ora alla settimana al mio hobby preferito”.

Dettaglio su obiettivo

La motivazione: perché?

Perché sembra una domanda facile.

Eppure spesso te ne dimentichi: vai avanti e avanti, finito un compito ne inizi un altro, ti assumi responsabilità (-Lo faccio io!-) o cominci un progetto senza mai fermarti a riflettere se stai davvero facendo la cosa giusta per te.

Chiedersi perché ti permette di non essere trascinato in situazioni o in circoli viziosi spiacevoli. Ti aiuterà anche a fare chiarezza nella tua mente, ad essere curioso verso te stesso e i tuoi obiettivi, ad agire in modo più intenzionale.

Un metodo per imparare a chiederti perché: i 5 whys

La prossima volta, prima di iniziare qualsiasi cosa, prova a chiederti semplicemente “perché?” e poi valuta la risposta.

Se però l’idea o il progetto è più impegnativo, prova a verificare le motivazioni profonde, usando il metodo delle 5 whys (o dei 5 perché), sviluppato dal Signor Sakichi Toyoda.

Il Signor Toyoda, fondatore dell’attuale multinazionale Toyota, ha sviluppato questa tecnica negli anni ‘30 proprio per risolvere i problemi legati alla sua società. L’azienda utilizza questo metodo ancora oggi.

Il sistema serviva e serve per portare allo scoperto le cause profonde relative ad un problema, esplorando le relazioni di causa-effetto, attraverso la ripetizione di cinque volte della domanda perché?
Come una cipolla che, strato dopo strato, fa emergere il suo cuore. Così facendo sei in grado di individuare la vera motivazione.
Puoi decidere di rispondere a queste domande so un foglio, oppure creare uno spread ad hoc, come ho fatto io sul mio Bullet Journal:

Schema 5 perché + Il mio perché

Le opzioni: valuta le alternative

Ora che hai un obiettivo SMART e hai trovato le motivazioni che ti guidano, terzo passo è quello di valutare le diverse opzioni che hai a disposizione.

Brainstorming delle opzioni

Attraverso il brainstorming, potrai considerare quante più opzioni possibili. Tuttavia, per quanto sia efficace, talvolta le soluzioni sono troppo fantasiose e impossibili da realizzare o rischi di saltare da un’idea all’altra senza riuscire a concretizzarne nessuna.

Quindi è importante contenere questo processo, considerando il progetto e le motivazioni, ma analizzando unicamente le opzioni percorribili. Per fare questo ti suggerisco 4 domande:

Qual è l’opzione più veloce?

Qual è l’opzione più difficile?

Queste due domande riguardano le tue abilità: se sai già come fare qualcosa, riuscirai a farlo più velocemente e più facilmente.
Se, per esempio, desideri organizzare una festa a sorpresa, ma non sai cucinare, scegliere di preparare l’aperitivo senza aiuto sarà sicuramente difficilissimo, mentre affidarlo ad un servizio catering, risulterà molto veloce.

Qual è l’opzione più rischiosa?

Questa risposta varia a dipendenza di quali e quante risorse decidi di investire.
Per esempio, se il tuo obiettivo è di metterti in proprio ma parti da zero senza clienti né risparmi, licenziarti e iniziare da zero è molto rischioso.

Qual è l’opzione più eccitante?

Anche qui dipende dai tuoi gusti personali. Per esempio nel caso precedente, per qualcuno mettersi in proprio senza alcuna sicurezza potrebbe essere eccitante.

Orologio, labirinto, bomba doodle uomo contento

Scegli l’opzione che fa per te

Ora che hai messo nero su bianco tutte le opzioni percorribili, scegli quella che più ti si addice considerando i vari fattori (la situazione economica e famigliare, il tempo da mettere a disposizione, …). Puoi anche porti quattro semplici domande:

  • Quali sono le mie capacità?
    Hai delle conoscenze tecniche particolari o un’abilità che ti può tornare utile nel progetto?
  • Chi mi può aiutare?
    Hai dei parenti, amici o colleghi che ti possono supportare?
  • Quali potrebbero essere le conseguenze di questa scelta?
    Valuta le conseguenze in termini di tempo, soldi, rinunce, calcolando sia i rischi che le opportunità
  • Qual è la soluzione che mi si addice di più?
    Qui puoi prendere in considerazione i fattori personali: età, carattere, situazione economica e famigliare.
tavolozza, paracadute, domino, puzzle

Anche per questa parte, ho creato una pagina ad hoc nel mio Bullet che riassume tutto quanto:

Pagina Bullet con Analisi Opzioni

Anche qui, non limitarti! Scrivi pure più intenzioni e modifica, combina gli elementi, fino a che trovi quella giusta per te.

Ottimo! Adesso che hai una linea da seguire, ora non ti resta che definire i passi per realizzare il tuo progetto.

Le azioni: disegna la tua strada verso l’obiettivo

Per stabilire il tuo piano d’azione, ti consiglio di procedere a piccoli passi. Questo sistema è più efficace sul lungo periodo per le seguenti ragioni:

  • È possibile integrare i nuovi scopi con la tua vita esistente, senza dover fare grossi sacrifici
    Si possono apportare piccole modifiche invece di abbandonare completamente il progetto
  • Ti costruisci un’abitudine legata al traguardo scelto
    Ti godi anche il viaggio, perché hai tempo per godere dei traguardi raggiunti
ingranaggi, cambio strada, sveglia, logo route 66

Scomporre il tuo obiettivo in sprint ed i compiti

Per renderli più fattibili, l’ideatore del Bullet Journal, Ryder Carrol, suggerisce di scomporre gli obiettivi in sprint, i quali saranno poi suddivisi in compiti. Prendendo per esempio un blog (progetto), uno sprint è un post, mentre i compiti sono: ideare il tema, redigere i testi, elaborare la parte grafica, montare il post, pubblicarlo.

In generale, gli sprint portano a un risultato concordato, concreto e verificabile e dovrebbero avere le seguenti caratteristiche:

  • Non dovrebbero presentare barriere iniziali;
  • Dovrebbero essere composti da compiti molto definiti e fattibili;
  • Dovrebbe essere possibile portarli a termine in un lasso di tempo ragionevole.
Quadrato grande (obiettivo), colonna (sprint) e rettangolo piccolo (compito)

Crea la tua strada verso il traguardo

Adesso che hai tutto pronto, puoi iniziare pianificare il percorso che ti permetta di raggiungere nel miglior modo possibile il tuo obiettivo, integrando cose da fare con eventuali conoscenze da apprendere.

  • Per iniziare, crea una semplice lista di compiti, che fungerà anche da agenda.
  • Se noti che alcune cose non sai come farle o se ti mancando degli strumenti, puoi annotare quello che ti serve. Per esempio, se vuoi iniziare a tenere un Bullet Journal dovresti leggere il libro.
  • Dopo aver stabilito quali sono i passi da percorrere, puoi riordinarli secondo un ordine logico. Prova ad immaginare di scrivere una ricetta: prima inizi a vedere se hai tutti gli ingredienti, poi li pesi, e così via…(Puoi anche saltare questo passaggio, ma secondo me è utile per avere in chiaro i vari passaggi).
  • Infine, realizza il tuo piano: pui optare per una tabella, una mind map o qualsiasi altra forma tu voglia.
    Io, per esempio, ho adattato l’idea di una creator e ho deciso di rappresentare una strada:

L’ho realizzata inserendo in ogni casella un compito specifico, ma puoi anche decidere si farla più semplice, dedicando le caselle ad uno sprint e tenerti una to do list separata per i compiti.

📎 Leggi anche questo post
7 consigli per creare to do list (lista di cose da fare) che funzionano davvero

Da un lato può essere un vantaggio, perché avere una to do list separata di consente di adattare velocemente i vari compiti. D’altro canto tieni in considerazione che potresti perdere di vista l’obiettivo finale, restando dentro quello specifico sprint all’infinito.

La strada ti aiuta a visualizzare il percorso da affrontare, dando un ordine logico e suddividendo il progetto in più sprint di facile completamento.

Questa è la strada che avevo ideato per creare il mio blog (si parla di 2 anni fa):

Ricordati però di restare fedele alle opzioni che hai stabilito in precedenza: se hai scelto il percorso più difficile, dovrai costruire il percorso tenendo in considerazione le varie problematiche. Se hai scelto il percorso veloce, cerca di essere breve e vai dritto al punto.

In ultimo, per tenere traccia dei progressi, affidati ad un habit tracker!

Adesso tocca a te!

In questo post abbiamo visto come raggiungere un obiettivo personale attraverso 4 semplici step: definire un obiettivo SMART, trovare la motivazione, scegliere le opzioni e rappresentare il percorso.

Questo metodo è quello che ho adottato anche io quando ho deciso di creare il mio blog da zero e ti posso assicurare che funziona.

Basta solo prenderti il tuo tempo per riflettere bene su tutti i punti.

Ti piacerebbe creare una nuova abitudine e hai letto il mio precedente post su cosa sono, come si formano, le insidie e come risolverle. Ora dobbiamo passare alla parte pratica, ovvero creare un habit tracker nel tuo Bullet Journal.

Che cosa sono gli habit traker 

Nel macro-gruppo delle raccolte, esiste una tipologia di raccolta che si chiama habit tracker ed è un modo efficace per, appunto, tenere traccia di un’abitudine.

Misurare, quantificare e tenere traccia dei propri progressi è utile per avere un riscontro immediato su come stai procedendo rispetto all’obiettivo che ti sei posto. Non solo, ti offre anche un valido aiuto per analizzare se devi modificare qualcosa.

Quali sono i vantaggi di tenere un habit tracker

Come abbiamo visto, le insidie riguardo alla creazione di nuove abitudini riguarda spesso lo schema, il quale non è chiaro o in fase di stimolo o in fase di ricompensa.

Grazie ad un habit tracker:

  1. sarà più facile ricordarti che devi intraprendere quell’azione;
  2. ti darà quella mini ricompensa sufficiente a rinforzare l’abitudine;
  3. contribuirà a motivarti, perché avrai a tua disposizione una rappresentazione grafica dei tuoi progressi.

Studi hanno dimostrato che chi tiene traccia dei propri progressi ha maggiori possibilità di riuscita rispetto a chi non lo fa, questo perché il vedere i propri progressi ci stimola ad andare avanti. E questo diventa maggiormente importante nei periodi un po’ così, quando tutto sembra andare storto: visualizzare che in qualcosa stiamo andando bene e i progressi fatti può realmente aiutarti a riprendere fiducia in te stesso. Un habit tracker ti aiuta proprio a visualizzare a che punto sei rispetto all’obiettivo.

Pensa a quando fai una lista di cose da fare e man mano che le finisci poi le stralci. Ad ogni X aggiunta ti senti meglio e più soddisfatto. Con un habit tracker succede la stessa cosa. Man mano che vai avanti, il tuo cervello rilascia la dopamina (ormone responsabile della soddisfazione).

Che cosa puoi tracciare?

Anche per qualcuno, come me, che la vena artistica scorre lentamente, con gli habit tracker si può sbizzarrire. Io mi sono permesso di fare una carrellata (non esaustiva) di quelli che mi sembrano più utili e facili da implementare, che ho diviso in tre categorie:

Salute e cura di sé

  • Attività fisica
  • Meditazione & Yoga
  • Bicchieri d’acqua bevuti
  • Medicine / integratori
  • Sintomi di malattie
  • Sonno
  • Umore
  • Food log

Progetti personali

  • Tempo dedicato agli hobby
  • Tempo speso per il bullet journaling
  • Attività per blog o Social Media
  • Libri letti
  • Soldi risparmiati
  • Imparare nuove abilità
  • Serie TV
  • Ricerche di lavoro

Casa & Finanze

  • Finance Log
  • Risparmio
  • Bollette
  • Uso di prodotti
  • Pulizie
  • Lavori di giardinaggio
  • Dare l’acqua alle piante
  • Cura degli animali domestici

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21 Idee di Habit Tracker per il tuo Bullet Journal

Come creare un habit tracker nel tuo Bullet Journal?

Nella sua versione più basica, un habit tracker è costituito da un calendario in cui segni i giorni in cui hai svolto l’attività stabilita. Per esempio, se decidi di correre 30 minuti il lunedì, il mercoledì ed il venerdì, metterai in ogni giorno una semplice X. Man mano che il tempo passa, il tuo calendario si riempirà dandoti una visione d’insieme su quando e quanto hai svolto l’attività.

Ma i bullet journalist non potevano accontentarsi di un semplice calendario, per cui sono nati diversi tipi di tracker più o meno elaborati. In internet soprattutto su instagram e su Pinterest sono presenti migliaia di modelli (alcuni anche stampabili). Per mia convenienza qui propongo i tre tipi più gettonati: a tabella, a cerchio, riempimento di oggetti.

Quanti habit tracker tenere?

Come per tutte le questioni personali, anche in questo caso non esiste un numero preciso, in quanto il numero di habit tracker varia in funzione delle tue esigenze. In qualche blog ho letto che il numero ideale varia da 2 a 8. Secondo me, invece, più che dare importanza alla quantità di tracker, dovresti valutare attentamente la loro funzione, chiedendoti semplicemente perché desidero tenere un tracker?

Io, per esempio, ho iniziato con il tracker della gratitudine, ma dopo un mese l’ho abbandonato perché non faceva per me. Per contro ho un tracker per alcuni lavori di giardinaggio (p.es. in estate per il trattamento della zanzara tigre) e per un certo periodo ho voluto monitorare alcuni prodotti (perché mi sembrava finissero troppo presto).

Se desideri creare un’abitudine. In quel caso io mi limiterei davvero a costruire una o al massimo due abitudini. Questo per non correre il rischio di incappare nel secondo tipo di insidia quando si crea un’abitudine, ovvero avere aspettative sono alte e pretendere troppo e in poco tempo. Concentrandoti su una o due abitudini puoi davvero dedicarti ad implementarla fino in fondo.

E ora tocca a te!

Gli habit tracker sono un tipo di raccolte molto presenti in un bullet journal, sia per la facilità con cui si creano, sia per il fatto che anche per i meno artisti danno comunque un tocco di colore. In questo post ti ho dato diverse idee sia per quali adottare, sia per come impostarli. Che tu scelga di di avere uno, dieci o cento tracker l’importante è che tu sia consapevole della loro utilità.

E tu, quanti tracker hai? Quali hai scelto? Commenta pure qui sotto.

Il Bullet Journal (o BuJo) è un metodo per vivere la propria vita più consapevolmente.

Da quasi due anni è il mio fedele compagno di vita, che mi permette di essere flessibile, annotando agilmente pensieri, ricordi, intuizioni, cose da fare e che mi fornisce una visione generale della mia vita.

Se, anche tu, vuoi scoprire tutti i segreti dell’attività di Bullet Journaling mettiti comodo e continua a leggere.

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1. Cos’è un Bullet Journal?

L’ideatore del metodo, Ryder Carrol – un digital product designer di New York , fornisce la seguente definizione:

Il Bullet Journal non è un metodo per organizzare i tuoi appunti e preparare liste di cose da fare.

Riguarda quello che io chiamo “vivere consapevolmente”: liberarsi dalle distrazioni e utilizzare il tempo e le energie nel perseguire ciò che ha davvero importanza, nel lavoro e nella tua vita privata.

2. Perché usare un taccuino?

  • Produttività – Mindfulness – Intenzionalità
    Scopo del metodo è far coniugare questi tre elementi grazie a moduli flessibili che ti aiuteranno ad ottenere “più risultati lavorando su meno cose, perché identificherai ciò che davvero importante, eliminando il superfluo.”
  • Tutto in un unico posto
    Quello che personalmente amo del metodo è il fatto di avere tutto in un unico supporto, personalizzato, in cui posso annotare tutto quanto mi passa per la testa per poi radunarlo ed organizzarlo in un secondo tempo.
  • Sgomberi la mente dai pensieri
    Ti fornisce un supporto in cui poter trascrivere i tuoi pensieri (lo sapevi che ogni giorno sono quasi 50’000?), per poi filtrarli, organizzarli e utilizzarli in un secondo tempo.
  • Bisogna scrivere a mano
    L’attività di journaling, oltre a stimolare la mente, permette di imprimere maggiormente e più a lungo le informazioni nel nostro cervello in quanto dobbiamo fare uno sforzo cognitivo per rielaborare le informazioni prima per poterle trascrivere.

3. Concetti base, materiali e impostazione

3.1. I concetti di base

  • BulletJournal / BuJo – È un taccuino in cui vengono riportate informazioni seguendo un determinato metodo.
  • Raccolta – Pagina in cui vengono raccolte e organizzate un tipo di informazioni
  • Significanti – Simboli usati per distinguere le note, possono essere standard o personali
  • Migrazione – Riportare i contenuti da una pagina all’altra
  • Spread – Due pagine affiancate, spesso utilizzato anche come sinonimo di layout
  • Log – Diario, diario di bordo
  • Mindfulness – Modalità di prestare attenzione, momento per momento, spesso usato come sinonimo di consapevolezza

3.2. I materiali necessari

Fondamentalmente l’attività di bullet journaling necessita solo di tre cose:

  • Un taccuino (io ti consiglio il Dingbats* – trovi la recensione completa qui)
  • Una matita o penna
  • Un righello

Altri strumenti, secondo i tuoi desideri possono essere:

  • brush pen o pennarelli (io ti consiglio i Zebra Mildliners – trovi la recensione completa qui)
  • evidenziatori
  • acquarelli
  • washitape
  • stickers e post it

📎 Leggi anche questo post
Accessori per il tuo Bullet Journal: la guida completa

3.3. Come creare un bullet journal

Per creare il tuo bujo hai solo bisogno di un po’ di buona volontà per impostare le prime pagine:

  1. Keys – Dove inserirai i tuoi significanti
  2. Indice
  3. Diario del futuro (future log)
  4. Diario mensile (monthly log)
  5. Diario giornaliero o settimanale (daily o weekly log)
  6. Le tue raccolte personalizzate

In alternativa, se non hai tempo/voglia o non ti senti sicuro, puoi sempre acquistare un bullet precompilato con tutte queste pagine già impostate.

Materiali, Raccolte, Significanti e Migrazione

4. Le raccolte: cosa sono e quali sono

Le raccolte sono pagine (una o più, secondo il bisogno) che permettono di organizzare e raccogliere informazioni collegate tra loro. Le raccolte sono di tue tipi:

  • principali – come l’indice, future log, il monthly log e weekly o daily log
  • specifiche – che sono dei contenitori per soddisfare specifiche esigenze (p.es. tracker, finance log,…)

4.1. Raccolte principali: Indice, Future Log, Monthly Log e Daily Log

4.1.1. Indice

L’indice non è altro che l’elenco di tutte le raccolte (escluso il diario giornaliero) contenute nel quaderno ed è organizzato come un semplice sommario. L’obiettivo e chiaro: farti trovare la raccolta in modo veloce.

4.1.2. Il diario del Futuro (o Future Log)

Nel diario del futuro (o future log) rientrano le voci che non legate al mese corrente. Per esempio a gennaio prendo un appuntamento dal dentista, ma sarà a giugno e così lo riporto nel future log nello spazio relativo a quel mese. (Io sono andato addirittura oltre, creando uno spazio apposito per l’anno successivo in caso di scadenze annuali).
Lo spazio necessario è di 2 o 4 pagine, a seconda di quanti mesi inserisci in ogni pagina.
Le voci saranno poi riportate nel diario mensile una volta disponibile.

📎 Leggi anche questo post
Il Future Log : come pianificare il tuo futuro nel Bullet Journal

4.1.3. Il diario mensile (o Monthly log)

Il diario mensile è solitamente composto da due pagine: quella di sinistra con il calendario vero e proprio e la pagina di destra con i compiti da eseguire.
La mia seconda pagina è, invece suddivisa in 4 quadrati dedicati a quattro temi diversi: to do, obiettivi, compleanni e scadenze.

📎 Leggi anche questo post
Il Bullet Journal Monthly Log (o Vista Mensile): 14 idee di layout per pianificare il tuo mese

4.1.4. Il diario giornaliero [o Daily log] / vista settimanale [o Weekly spread]

Nel diario giornaliero puoi annotare i pensieri che sorgono durante il giorno: eventi, compiti, note,… Per creare il diario giornaliero è sufficiente scrivere sulla prima pagina bianca disponibile la data del giorno.

Io invece preferisco adottare il metodo del diario settimanale. Differisce dal diario giornaliero in quanto su una o due pagine si riporta tutta la settimana. Vi è inoltre spazio per altri elementi come i tracker settimanali, to do, meteo o il menu.

📎 Leggi anche questo post
Visione settimanale vs. diario giornaliero (weekly spread vs. daily log): scegli il sistema perfetto per il tuo bullet journal

4.2. Raccolte specifiche

Contrariamente alle raccolte precedenti, che presuppongono un inquadramento temporale, le raccolte specifiche (o personalizzate) sono pensate per soddisfare specifiche necessità.
Nel libro vengono citate tre le fonti di ispirazione per le proprie raccolte personalizzate:

  • obiettivi – “indicano una direzione da seguire e un proposito” e possono essere generali come mantenere i buoni propositi o trovare il tuo equilibrio, oppure speicifici come cambiare lavoro;
  • sfide – “un luogo in cui mettere insieme le idee e chiarirle, tenere traccia dei progressi e trovare soluzioni” ed è qui che rientrano le abitudini e tutti i tipi di tracker per tenere traccia dei progressi così da migliorare alcuni aspetti della tua vita (come il tuo rapporto con il cibo o le tue finanze);
  • compiti – “riunire compiti semplici” attraverso le to do list.

📎 Leggi anche questi post
GTD e Bullet Journal: come unire i metodi per essere produttivo con intenzionalità
Obiettivi e Bullet Journal: trova le tue motivazioni, analizza le opzioni e pianifica le azioni

5. I significanti: cosa sono e come si usano

I significanti sono simboli usati accanto alle annotazioni per distinguere e fornire un contesto alle varie note.

Solitamente all’inizio del Bullet Journal si inserisce una pagina dedicata, chiamata Key, in cui si scrivere l’elenco di tutti i significanti usati nel proprio taccuino. A volte, nei quaderni già preimpostati, questa raccolta è già presente.

5.1. Significanti standard

compiti
xcompiti completati
>compiti migrati
<compiti programmati
oeventi
note
*priorità
!ispirazioni

5.2. Significanti personali

In aggiunta ai simboli standard di cui sopra, puoi aggiungere nuovi segni in base alle tue esigenze, i quali sono chiamati significanti personali.
Io, per esempio, uso anche il simbolo del triangolo per gli appuntamenti, in modo da separarli dagli eventi, mentre uso una stella per indicare i giorni festivi infrasettimanali.

5.3. Colour code

Il colour code è semplicemente una legenda dei colori. Usandoli, puoi richiamare facilmente in modo visivo le informazioni relative a delle categorie o degli argomenti. Per esempio potresti usare il blu per gli impegni di lavoro e il rosso per le faccende domestiche, il verde per i tuoi hobby.

📎 Leggi anche questo post
Significanti, key e colori: come rendere efficaci le tue annotazioni nel bullet journal

6. Riflessione e migrazione

Con riflessione si intende semplicemente fare il punto della situazione e si esegue ogni giorno.
Solitamente si propongono due tipi di riflessione: una mattutina, la quale si tratta di un momento per pianificare, e una serale, ovvero un momento per valutare.

La migrazione consiste semplicemente nel riportare i contenuti da una pagina all’altra (p.es. un compito non concluso nel mese corrente) oppure appunti importanti quando si tratta di cambiare quaderno.

  • La migrazione mensile si effettua a fine del mese corrente, rivedendo i compiti ancora in sospeso e, se del caso, riportandoli al mese successivo (contrassegnando la voce come migrata [>]).
  • La migrazione annuale avviene quando si passa da quaderno all’altro e vale lo stesso principio della migrazione mensile, ma molto più in grande (come se stessimo facendo un trasloco di casa). Qui, oltre a riportare i compiti, vi è da valutare i contenuti del bullet journal e l’organizzazione.

📎 Leggi anche questo post
La riflessione nel Bullet Journal: cos’è e come farla

7. Domande frequenti – FAQ

7.1. Qual è a differenza rispetto ad un’agenda o un planner?

La differenza maggiore riguarda l’impostazione.

  • In un’agenda o un planner sono presenti delle sezioni definite. Solitamente si tratta di calendari mensili, settimanali e giornalieri con l’aggiunta di altri elementi, i quali ti aiutano a pianificare il tuo tempo o a raggiungere degli obiettivi specifici.
  • Un bullet journal è un taccuino in cui non vi è alcuna sezione predefinita. Questo significa che puoi costruirlo come più ti piace, sfruttando la struttura lineare delle agende ma utilizzando un approccio a moduli tramite le raccolte.

7.2. Posso tenere un bullet journal digitale?

Certo che si!

Sebbene il metodo nasca in forma analogica, usando un taccuino, grazie all’avvento della tecnologia è possibile utilizzare un tablet pur preservando tutti i vantaggi del metodo. Io per esempio uso l’app Goodnotes e i modelli li creavo con Adobe Illustrator. Su Etsy trovi tanti artisti indipendenti che propongono modelli di bullet digitali.

Ma non solo! Secondo me, il BuJo ha comunque dei limiti e quindi abbino al metodo diverse app speicifiche.

Lo stesso inventore ha inventato un app chiamata “the companion app”, che però ha più una funzione di supporto al taccuino.

Digital Bullet Journal sul iPad e Bullet Journal su taccuino

📎 Leggi anche questo post
Cos’è il Digital Bullet Journal (DigiBujo) e come crearlo

7.3. Cosa devo assolutamente includere?

Per iniziare, le quattro raccolte principali (indice, future log, monthly log, daily log) sono sufficienti. Man mano che lo utilizzerai ti renderai conto che hai bisogno di raccolte specifiche, in cui radunare tutti gli aspetti legati ad un obiettivo, un compito o una sfida. Il mio consiglio è di valutare attentamente di quali raccolte hai bisogno secondo tue esigenze le motivazioni che ti portano a tenere un bullet journal.

Per esempio, nel mio non possono mancare: libri da leggere, corsi da frequentare, acquisti futuri, cose da vendere, idee regalo e vari to do list (p.es. i lavori di giardino).

Un tipo di raccolte specifiche molto popolari sono i tracker.

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Abitudini e Bullet Journal: gli habit tracker
21 Idee di Habit Tracker per il tuo Bullet Journal
49 idee di pagine e raccolte personali per il tuo Bullet Journal

7.4. Come organizzare un bullet journal?

In teoria, dato che si tratta di un metodo flessibile, la risposta più immediata è: come più desideri.

In pratica, ci sono tre filosofie:

  • Puoi seguire il metodo originale, ovvero l’ordine delle pagine:
    Inizi impostando le raccolte principali (key, indice, future log, mese e giorno corrente) e poi le prime raccolte specifiche che hai deciso di tenere. Man mano inserirai i daily, monthly e raccolte che ti servono. L’ordine viene dato solo dal numero di pagina e, per questo, l’indice è fondamentale per ritrovare le varie raccolte all’interno del taccuino. Il mio primo BuJo l’ho strutturato così, ma personalmente non mi sono trovato molto bene, perché man mano che il tempo passa devi tornare sempre più indietro per trovare una specifica raccolta.
  • Puoi inserire all’inizio del bullet tutte le raccolte principali con tutti i mesi già pronti, lasciare delle pagine vuote per i futuri weekly e poi tutte le raccolte specifiche. Questo metodo va bene se hai deciso di lavorare utilizzando i weekly spread, in quanto dopo i mesi, ti basta tenere 52 pagine libere per le settimane. Io, quest’anno, ho usato questa tecnica e mi sono trovato molto bene.
    Una variante di questo approccio, suggerita alcuni bullet journalist, è di iniziare con le raccolte principali e poi girare il bullet sottosopra in modo da “partire dal fondo” con le raccolte. Così facendo non devi contare le pagine e, potenzialmente, puoi usarlo se decidi di affidarti al daily log.
  • Un terzo metodo è di usare due taccuini: un taccuino per le raccolte principali e un taccuino per le raccolte (quest’ultimo sarà chiamato un Master Bullet Journal). Questo approccio ha il vantaggio di non dover migrare le raccolte da un taccuino all’altro quando lo termine o alla fine dell’anno. Solitamente viene adottato se usi un Midori, ovvero tanti piccoli quadernetti tenuti insieme da una copertina più spessa.

7.5. Come decorare un bullet journal?

Prima di parlare di decorazione, sappi che ci sono due scuole di pensiero: chi preferisce il bullet journal minimal e chi preferisce un bullet journal artistico.

Entrambi le impostazioni vanno benissimo. Infatti, come scrive Carrol:

l’unica cosa che conta nel mondo del Bullet Journal è il contenuto, non la presentazione o la forma. Se riuscite a raggiungere un ottimo livello in entrambi gli aspetti, complimenti! Ma sappiate che l’unica capacità artistica richiesta è quella di tracciare delle linee (abbastanza) dritte; se sapete farlo, siete a cavallo.

  • Se decidi per uno stile minimal, non avrai bisogno di decorazioni in quanto l’impostazione sarà molto basic: penna nera e linee dritte sono tutto quello che ti serve. Al massimo qualche colore, principalmente per evidenziare informazioni importanti.
    Il vantaggio principale è che impiegherai poco tempo per impostare le tue raccolte.
  • Se opti per uno stile artistico puoi sbizzarrirti con stickers di diverse forme e colori, usare washi tape per contornare pagine o come segnalibri, disegnare doodles di rimando ai testi, brush pen per titoli scenografici.

Quale che sia lo stile che sceglierai, andrà comunque bene. Il bullet journal è personale e flessibile, anche quando si tratta di decorazioni.

7.6. Due semplici consigli per chi inizia

  • Sperimenta, sperimenta, sperimenta
    Quando ho iniziato a creare il bullet (ma anche dopo) ero sempre timoroso di sbagliare e lo usavo con parsimonia. A fine novembre mi sono poi reso conto che avevo ancora tante pagine libere prima di terminare il Bullet. Così ho iniziato ad annotare ogni minima cosa (come dice il metodo) a sperimentare di tutto e di più. Ebbene, ti posso assicurare che il dicembre è stato il mese in cui ho davvero capito i reali vantaggi del metodo.
  • Datti tempo e non strafare
    Presi dall’entusiasmo iniziale e sedotti dai post sui social network (Instagram e Pinterest su tutti),la tendenza è quella di partire con le raccolte principali e iniziare ad aggiungere raccolte specifiche come se non ci fosse un domani. Il risultato è che ci si ritrova con pagine occupate da raccolte che non si utilizzano e che rimangono vuote.
    Il mio consiglio è quello di segnarti tutto quello che potenzialmente farebbe al caso tuo, fare una pausa e poi riprendere la lista, analizzando con calma di quali raccolte hai davvero bisogno.

📎 Leggi anche questo post
7 errori che si fanno con il Bullet Journal (e come risolverli)

7.7. Risorse: per saperne di più

Per iniziare puoi guardare il tutorial ufficiale di presentazione (in inglese):

Poi ti consiglio di leggere il libro:

Per idee, consigli e spunti LA risorsa principale è il sito ufficiale: www.bulletjournal.com.

Su Facebook sono presenti due gruppi italiani di Bullet Journal, dove vengono poste domande, scambiate opinioni e idee di layout:

Tante idee le forniscono anche i social network :

  • Instagram con gli hashtag #bulletjournal e #bulletjournalitalia (non dimenticarti anche il blog @settenove.ch) e
  • Pinterest.